Il vitigno Monica è presente solamente in Sardegna, dove si pensa che la varietà sia stata portata dai conquistadores spagnoli assieme alla Grenache (conosciuta in Sardegna come Cannonau). Tuttavia, non ci sono prove concrete a sostegno di questo, dal momento che il Monica non è collegato a nessun vitigno spagnolo. In effetti, molti ricercatori pensano che il nome Monica sia usato indiscriminatamente per un certo numero di vitigni non correlati tra loro e presenti nei vigneti della Sardegna. Alcuni ampelografi vedono affinità tra il Monica e la Mission, uva nera introdotta dai missionari francescani in Messico tra il XVII e il XVIII secolo. Attualmente l’uva del Monica è ampiamente utilizzata in Sardegna, in particolare nella provincia di Sassari (è considerato, per diffusione, il terzo vitigno a bacca rossa dell’isola).
La denominazione principale per il vitigno è la DOC Monica di Sardegna, i cui vini possono essere sia fermi che frizzanti. I vini possono essere ottenuti utilizzando uveggi con altre varietà a bacca nera, anche se il Monica deve comporre almeno l’85% della miscela. La varietà viene anche utilizzata nei vini Monica di Cagliari DOC, prodotti in stili secchi e dolci fortificati. Sfortunatamente, entrambe queste DOC consentono rese molto elevate, con pochi incentivi per i produttori a sperimentare rese inferiori. Tuttavia, in tempi più recenti la tendenza sta cambiando e si possono trovare anche vini Monica dai risultati promettenti. Il bassi livello di acidità e l’alta produttività hanno fatto si che il Monica venisse impiegato anche come uva da tavola. Per quanto facile da raccogliere e con rese costanti e abbondanti, il Monica è un vitigno che richiede cautela in vigna in quanto l’uva è soggetta a maturazioni precoci, che danno luogo a vini con livelli alcolici eccessivi.