La Dorona di Venezia è un vitigno autoctono a bacca bianca veneziano, della famiglia della Garganega. L’origine della Dorona è antica, e, con nomi diversi, nel 1800 era già probabilmente coltivata un po’ in tutto il Veneto. L’Acerbi lo aveva descritto nel 1825, e nel 1870 è stato menzionato come vitigno coltivato in provincia di Treviso. Più recentemente la Dorona è stata individuata in alcuni vigneti sui Colli Euganei, in provincia di Padova, in alcune isole della laguna veneta ed in provincia di Vicenza sui Colli Berici, dove era chiamata con il nome di “Dall’Oro”. La Laguna di Venezia è particolarmente legata alla storia di questo vitigno, apprezzatissimo dai Dogi sin dal XV secolo, per il gusto e colore delle sue uve, appunto dorate. In Laguna questo vitigno è andato praticamente perduto durante l’alluvione del 1966, quando l’acqua ha ricoperto per giorni i terreni più bassi, distruggendo la quasi totalità dei vigneti veneziani. I pochi ceppi che si sono salvati, grazie alla naturale resistenza del vitigno alle acque salmastre, hanno permesso la recente riscoperta del vitigno.
Fino a non molti anni or sono, la Dorona veniva ritenuta identica alla Garganega, almeno dal punto di vista ampelografico, ma recenti studi sul DNA hanno dimostrato essere un incrocio naturalmente avvenuto tra la stessa Garganega e la Bermestia bianca, un’uva da tavola originaria dell’Emilia Romagna. Recentemente il vitigno è stato riscoperto e reimpiantato nell’isola di Mazzorbo, nelle vicinanze di Venezia, in un vigneto della superficie di circa un ettaro.
Non esistono molti esempio di vini prodotti utilizzando la Dorona come vitigno di base, comunque le caratteristiche salienti sono le note fruttate e minerali, in un vino sostanzialmente leggero e non molto diverso da quelli che originano dalla Garganega.