Il Bovale grande è un vitigno a bacca nera coltivato in Sardegna, dove è giunto con ogni probabilità durante la dominazione aragonese nel tardo Medioevo. È strettamente imparentato con il Bobal spagnolo, dal quale deriva direttamente, e per lungo tempo è stato confuso con il Bovale sardo (o Bovale piccolo), varietà geneticamente distinta e autoctona. La distinzione tra le due uve è stata ufficializzata solo in tempi recenti grazie agli studi di ampelografia molecolare.
Il suo nome compare storicamente nella zona del Campidano e nella provincia di Oristano, dove veniva impiegato sia per la produzione di vini robusti da consumo locale sia per i tagli con varietà più leggere. In Sardegna, il Bovale grande è stato a lungo apprezzato per la vigoria della pianta, l’alta resa e il colore intenso dei suoi vini, anche se spesso è stato considerato un vitigno da quantità più che da qualità. Negli ultimi decenni, tuttavia, alcuni produttori hanno iniziato a esplorare il suo potenziale enologico in purezza, rivalutandolo in chiave territoriale e moderna.
In Italia è coltivato soprattutto nelle province di Oristano, Cagliari e nel Medio Campidano, dove rientra nei disciplinari di diverse DOC e IGT, come la DOC Campidano di Terralba (dove può comparire in purezza), la DOC Mandrolisai (insieme a Bovale sardo e Monica), e la IGT Isola dei Nuraghi. Spesso è vinificato in blend con altri vitigni autoctoni, ma alcune etichette ne esplorano la potenzialità anche da solo.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta ha elevata vigoria, portamento espanso e crescita rapida. La foglia è media, pentagonale, trilobata o pentalobata. Il grappolo è medio o grande, compatto, di forma cilindrico-conica. Gli acini sono grandi, dalla buccia spessa, blu-nera, ricoperti da abbondante pruina. La maturazione avviene tardivamente, da fine settembre a inizio ottobre.
Proprietà agronomiche
Il Bovale grande è adatto a suoli fertili e a climi caldi e siccitosi come quelli del Campidano. È una varietà molto produttiva, che richiede interventi per contenere le rese e aumentare la qualità del frutto. Si presta bene all’allevamento a spalliera o alberello basso, tradizionalmente utilizzato nelle zone sabbiose della costa.
Resistenze e sensibilità
È abbastanza resistente alla siccità, ma sensibile alla botrite a causa della compattezza del grappolo. Teme l’oidio e il mal dell’esca, quindi necessita di cure colturali attente per una produzione qualitativa.
Proprietà enologiche
Il Bovale grande produce mosti intensamente colorati, ricchi di tannini e estratti, ma poveri in acidità. È ideale per vini di struttura piena, con buon grado alcolico, spesso da taglio per rinforzare cuvée meno concentrate. Negli ultimi anni, alcuni vinificatori lo hanno riscoperto in versioni in purezza, dove, se raccolto a piena maturazione e ben gestito in cantina, riesce a dare vini complessi e territoriali, adatti anche a brevi affinamenti in legno.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Bovale grande
I vini da Bovale grande si presentano di colore rosso rubino molto intenso, con riflessi violacei. Al naso offrono profumi caldi di ciliegia nera, prugna secca, spezie dolci, radice di liquirizia e tabacco, con un sottofondo terroso e mediterraneo. In bocca sono strutturati, tannici, con alcol evidente e una morbidezza che aumenta con l’affinamento. Possono risultare rustici se giovani e non ben equilibrati, ma esprimono grande potenziale evolutivo se affinati per qualche anno.
