Il vitigno Bovale grande è giunto in Sardegna dalla penisola iberica durante la dominazione aragonese e e si presenta in due distinte varietà: il Bovale sardo o Bovaleddu e il Bovale di Spagna o Bovali mannu (Bovale grande). Non si hanno in realtà elementi certi in merito all’origine di questo gruppo di vitigni e non è dato di comprendere se si trattasse di due o più varietà di origine spagnola o se si sia partiti da una sola varietà, che col tempo ha portato alla differenziazione dei due distinti biotipi. Il Bovale grande viene vinificato assieme ad altre varietà nere per ottenere dei pregevoli vini da arrosto: in particolare entra, assieme al Cannonau e al Monica, nell’uvaggio per la preparazione del vino DOC Mandrolisai. inoltre in unione con il Bovale viene utilizzato per il vino Campidano di Terralba o Terralba DOC.
La diffusione del Bovale grande in Sardegna è limitata a circa 27 ettari, presenti soprattutto nel Terralbese. Qui i terreni sono sabbiosi, e molti ceppi sono su piede franco. Il vitigno Bovale grande dal punto di vista agronomico non è molto vigoroso, predilige allevamento a media espansione con potatura media e corta. La resa produttiva del Bovale grande è abbondante, ma non costante. La maturazione dei grappoli nei vigneti allevati su alberello avviene entro la seconda decade di settembre. Il vino da Bovale grande ottenuto da alberello e da vigna vecchia possiede buona concentrazione polifenolica e ricchezza in estratti, ma allevato su spalliera, con allevamenti “moderni”, come per molti vitigni tradizionali italiani viene diluito perdendo d’identità e di carattere.