Il Trebbiano spoletino è un vitigno autoctono dell’Umbria, che non presenta alcuna parentela con gli altri Trebbiani presenti nel centro Italia se non nel nome, che però in questo caso parrebbe derivare dalla città di Trevi, situata nei paraggi di Spoleto, in provincia di Perugia, a differenza degli altri Trebbiani, per i quali deriverebbe invece dal latino “Trebula“, ossia fattoria. Il nome Trebbiano viene infatti utilizzato per indicare varietà molto diverse tra di loro, spesso senza nessun rapporto di parentela genetica. Il Trebbiano spoletino si differenzia dagli altri Trebbiani anche per le caratteristiche organolettiche dei suoi vini, per i suoi profumi di erbe aromatiche e le note retrolfattive agrumate, assieme ad una spiccata freschezza e sapidità. Il Trebbiano spoletino è un vitigno antico, che ha corso seri rischi di estinzione.
La sua riscoperta avviene solo una decina d’anni fa, grazie alla ritrovata attenzione per le varietà autoctone delle diverse regioni. Il Trebbiano spoletino, uva storicamente presente nell’area di Spoleto e Montefalco, fino ad una decina d’anni fa era quasi introvabile, mentre oggi quasi tutti i produttori del territorio lo hanno in lista. Gli ettari vitati a Trebbiano spoletino nella DOC Spoleto sono ancora pochi, ma l’interesse per questo vitigno è in crescita costante. Il Trebbiano spoletino è un vitigno a maturazione tardiva, che tende a conservare sempre un’acidità piuttosto elevata, cosa che lo rende particolarmente versatile, adatto a produrre sia vini fermi, che spumanti, passiti e vinsanto, con vinificazioni classiche ma anche con macerazione sulle bucce e maturazione in legno, denotando a volte una sorprendente longevità.