In Monferrato e nel Casalese il Grignolino è stato per secoli un vino quotidiano, apprezzato per la sua fragranza, il colore chiaro e la spiccata vivacità, in netto contrasto con i grandi rossi più austeri della regione. Tra XIX e XX secolo diventa uno dei simboli della viticoltura collinare piemontese, frequentemente citato dagli agronomi dell’epoca per la sua finezza e per la particolare personalità aromatica.
Oggi il Grignolino è considerato uno dei vitigni più identitari del Piemonte orientale: un’uva capace di unire tradizione, eleganza e un carattere schietto, riconoscibile e profondamente territoriale.
Zone di coltivazione
Il cuore della coltivazione del Grignolino è il Piemonte, in particolare le province di Asti e Alessandria. Le sue denominazioni storiche sono Grignolino d’Asti DOC e Grignolino del Monferrato Casalese DOC, zone dove il vitigno trova le condizioni migliori: colline ventilate, suoli marnosi, calcarei o sabbiosi e un clima temperato-continentale con forti escursioni termiche.
La sua presenza fuori dal Piemonte è marginale, limitata a qualche vigneto sperimentale in Lombardia e in alcune collezioni varietali. È quindi una varietà strettamente locale, parte fondamentale della biodiversità viticola monferrina.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Grignolino presenta vigoria media e portamento semieretto. Le foglie sono medio-grandi, trilobate o pentalobate, con lembo sottile e margine finemente dentato.
Il grappolo è medio, conico o piramidale, piuttosto spargolo. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia sottile di colore rosso-violaceo, ricca di antociani ma facilmente soggetta a estrazioni leggere. La polpa è succosa, con abbondanti vinaccioli, caratteristica che influenza il profilo tannico del vino.
La maturazione è medio-tardiva, generalmente tra fine settembre e inizio ottobre.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Grignolino è un vitigno esigente e delicato. Mostra buona resistenza alla siccità e si adatta bene ai terreni calcarei e sabbiosi, mentre è più vulnerabile alla peronospora e alla botrite, soprattutto nei vigneti poco ventilati.
La produttività è contenuta e piuttosto irregolare, un tratto che richiede una gestione attenta della potatura per garantire equilibrio vegeto-produttivo. Le forme di allevamento più adatte sono guyot e cordone speronato, che permettono un buon controllo della vigoria.
L’accurata gestione della chioma e la scelta delle esposizioni sono fondamentali per ottenere maturazioni fenoliche armoniose senza perdere la tipica freschezza del vitigno.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Grignolino producono mosti dal colore tenue, con buona acidità e tannini evidenti dovuti all’elevata presenza di vinaccioli. La vinificazione richiede particolare attenzione per evitare estrazioni eccessive: sono preferite macerazioni brevi o medie, con temperature controllate, per privilegiare fragranza e eleganza.
Il vitigno non ama il legno nuovo, mentre può beneficiare di un affinamento in acciaio o in contenitori neutri che ne preservino la finezza aromatica. Il profilo espressivo privilegia freschezza, florealità e spezie leggere.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Grignolino presentano colore rosso rubino chiaro, talvolta tendente al cerasuolo. Il naso è fine e aromatico, con note di rosa, viola, pepe bianco, fragolina di bosco ed erbe aromatiche.
Al palato risultano agili, freschi e sottili, ma sostenuti da un tannino fine e caratteristico, spesso vibrante, che rappresenta la firma del vitigno. L’acidità è viva e dona slancio a un sorso lineare e molto bevibile.
Nelle migliori interpretazioni, soprattutto nel Monferrato Casalese, i vini da Grignolino possono mostrare sorprendente longevità, evolvendo verso note balsamiche, speziate e floreali secche, mantenendo un’eleganza intrinseca che li distingue nel panorama dei rossi piemontesi.
