Per secoli, il Clairette è stato uno dei vitigni bianchi più coltivati del Sud della Francia, apprezzato per la sua resistenza al caldo e per la sua capacità di produrre vini profumati, secchi o dolci, e spumanti eleganti. È una delle varietà ammesse in numerose denominazioni storiche, tra cui Châteauneuf-du-Pape, Côtes du Rhône, Clairette de Die e Palette. Il suo ruolo è stato fondamentale nella tradizione dei vini bianchi e rosati del bacino mediterraneo, dove ha contribuito a definire lo stile fresco e aromatico dei vini meridionali francesi.
Nel tempo, la superficie coltivata si è ridotta a favore di varietà più produttive come Ugni Blanc o Grenache Blanc, ma negli ultimi decenni la Clairette ha conosciuto una rinascita grazie al crescente interesse per i vitigni autoctoni e per i vini di identità territoriale.
Dal punto di vista culturale ed enologico, la Clairette è uno dei simboli più autentici della viticoltura provenzale: un’uva che racchiude in sé la luce, la mineralità e la complessità aromatica del paesaggio mediterraneo. La sua versatilità gli consente di esprimersi in stili diversi — secchi, dolci o spumanti — mantenendo sempre una nota di eleganza e delicatezza distintiva.
Zone di coltivazione
La Clairette è coltivato prevalentemente nel sud della Francia, in particolare nelle regioni della Provenza, della Valle del Rodano meridionale e del Languedoc. È ammesso in numerose denominazioni di origine: Clairette de Die AOC (in versione spumante o dolce), Châteauneuf-du-Pape, Costières de Nîmes, Côtes du Rhône e Palette.
Nella Drôme, è protagonista del celebre vino dolce naturale Clairette de Die, ottenuto secondo il “méthode ancestrale”, mentre in Provenza e nella zona di Aix-en-Provence entra nei blend bianchi e rosati per conferire aromi e freschezza. È inoltre coltivato in Corsica e, in misura minore, in Spagna (Catalogna), Sudafrica e Australia.
In Italia la sua presenza è marginale, limitata a collezioni ampelografiche e a piccole sperimentazioni in Sardegna e Sicilia. Predilige terreni calcarei e marnosi, climi secchi e ventilati e buone esposizioni solari, che favoriscono una maturazione lenta e regolare delle uve.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Clairette è di vigoria medio-elevata, con portamento semieretto e tralci flessibili. Le foglie sono grandi, pentalobate, con margine regolare e superficie liscia. Il grappolo è medio-grande, cilindrico o conico, talvolta alato e moderatamente compatto. Gli acini sono medio-grandi, sferici, con buccia sottile e pruinosa di colore giallo-verde che tende al dorato con la maturazione. La polpa è succosa e dolce, di sapore neutro ma con acidità tendenzialmente bassa.
Germoglia precocemente e matura tardivamente, il che la espone al rischio di gelate primaverili ma le consente di accumulare zuccheri lentamente, mantenendo profumi fini e delicati. Il vitigno è moderatamente sensibile alla botrite e all’oidio, ma mostra buona tolleranza alla siccità e al vento, caratteristiche preziose nei climi mediterranei.
Caratteristiche colturali e agronomiche
La Clairette si adatta bene ai terreni calcarei, ghiaiosi o sabbiosi delle colline provenzali e del Rodano. È un vitigno che richiede una gestione attenta della vigoria, poiché la tendenza naturale alla produzione abbondante può compromettere la concentrazione aromatica. Le forme di allevamento più diffuse sono il gobelet (alberello) e il cordone speronato, con potature corte.
La varietà è sensibile alla perdita di acidità durante la maturazione, per cui si preferisce anticipare leggermente la raccolta per preservare freschezza e tensione nei vini. Le rese per ettaro variano dai 60 agli 80 quintali, ma per le vinificazioni di pregio si mantiene generalmente al di sotto di tali valori. In annate secche, il Clairette dimostra una sorprendente resistenza allo stress idrico, garantendo una maturazione equilibrata e regolare.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Clairette producono mosti con buona gradazione zuccherina, bassa acidità e un profilo aromatico delicato ma complesso. A seconda della vinificazione, possono dare origine a vini secchi, dolci o spumanti. Nei vini secchi, la fermentazione avviene solitamente in acciaio inox per preservare la fragranza aromatica, con eventuale affinamento in legno per le versioni più strutturate. Nei vini dolci e spumanti, la fermentazione viene arrestata per mantenere un residuo zuccherino naturale, esaltando le note di frutta bianca e miele.
Il profilo aromatico del Clairette è dominato da sentori di mela, pesca bianca, fiori d’acacia e anice, con accenni minerali e balsamici. È un vitigno che, pur non avendo acidità elevata, mantiene un’eleganza naturale e una sorprendente capacità di evoluzione in bottiglia, sviluppando nel tempo note di mandorla, miele e cera d’api.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Clairette si presentano di colore giallo paglierino chiaro, talvolta dorato con l’evoluzione. Al naso offrono profumi fini di fiori bianchi, mela gialla, pera e pesca, accompagnati da note di erbe aromatiche, finocchietto e mandorla dolce. Al palato risultano morbidi e rotondi, con acidità moderata e una sensazione di calore dovuta al buon tenore alcolico. Il finale è sapido, con ritorni fruttati e lievi sensazioni amaricanti caratteristiche del vitigno. Nelle versioni spumanti, il Clairette offre finezza e cremosità, con aromi floreali e di frutta bianca, mentre nei vini dolci mostra una trama setosa e aromi di miele e frutta candita.
