Il nome “Dindarella” probabilmente deriva da espressioni dialettali venete riferite alla forma del grappolo o al colore degli acini, anche se l’etimologia non è del tutto chiara. Durante il Novecento, a causa della scarsa produttività e della maggiore delicatezza rispetto alle varietà dominanti, la sua coltivazione si ridusse drasticamente, sopravvivendo in vecchi impianti sparsi nelle colline della Valpolicella.
A partire dagli anni Duemila, con il rinnovato interesse per la biodiversità ampelografica e i vitigni storici, la Dindarella ha iniziato a essere nuovamente valorizzata in alcune cantine, sia in purezza sia come componente di uvaggi tipici della zona. Oggi rappresenta una testimonianza importante dell’antico mosaico viticolo veronese, con un profilo agronomico ed enologico distintivo.
Zone di coltivazione
La Dindarella è coltivata quasi esclusivamente nel Veronese, in particolare nelle colline della Valpolicella, nei territori di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano, e nella zona del Bardolino.
È ammessa come vitigno complementare nelle principali denominazioni veronesi:
– Valpolicella DOC
– Valpolicella Ripasso DOC
– Amarone della Valpolicella DOCG (in piccole percentuali)
– Recioto della Valpolicella DOCG
– Bardolino DOC
– IGT Veronese.
Fuori da Verona la sua presenza è pressoché nulla, e il vitigno resta profondamente territoriale, legato ai suoli calcareo-marnosi delle vallate prealpine e al microclima caratterizzato da ventosità, forte escursione termica e buona esposizione solare.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Dindarella ha vigoria medio-elevata, portamento espanso e tralci robusti. Le foglie sono medio-grandi, trilobate o pentalobate, con lembo verde scuro e superficie leggermente ondulata.
Il grappolo è medio-grande, piramidale o cilindrico-conico, spesso alato e di compattezza medio-elevata. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia spessa e pruinosa di colore blu-nero intenso, ricca di antociani. La polpa è succosa, dal gusto neutro con leggere sfumature erbacee che si attenuano con la maturazione.
Germoglia in epoca media e matura tra fine settembre e inizio ottobre. Rispetto ad altre varietà veronesi, presenta una maturazione più tardiva e un accumulo fenolico significativo, in grado di conferire ai vini colore intenso e buona struttura.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Dindarella è un vitigno esigente, che necessita di terreni ben drenati, preferibilmente calcarei o marnosi. Mostra buona tolleranza alla siccità e una discreta resistenza alle malattie, ma può essere vulnerabile alla botrite nelle annate più umide per via della compattezza del grappolo.
La produttività è moderata e irregolare, caratteristica che ne ha limitato la diffusione storica. Per ottenere vini di qualità è necessaria una gestione attenta dei carichi produttivi e della chioma. Le forme di allevamento più diffuse sono la pergola veronese (tradizionale) e il guyot nei nuovi impianti.
La varietà si presta bene a raccolte tardive e, in alcuni casi, anche all’appassimento, grazie alla buona tenuta degli acini e alla ricchezza fenolica.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Dindarella generano mosti intensamente colorati, con acidità medio-alta e una struttura tannica evidente. L’aromaticità è più sobria rispetto alla Corvina, con note di frutti neri, ciliegia, prugna, spezie leggere ed erbe mediterranee.
La vinificazione avviene di norma in acciaio con macerazioni medio-lunghe per valorizzare il colore e la componente fenolica. In assemblaggio, la Dindarella apporta intensità cromatica, freschezza e una trama tannica energica che contribuisce alla struttura dei vini veronesi.
Nel caso di appassimento, il vitigno sviluppa sentori più maturi di frutta scura, cacao, spezie dolci e una complessità aromatica crescente, pur mantenendo un carattere più essenziale rispetto a Corvina e Corvinone.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Dindarella presentano colore rosso rubino molto intenso, spesso impenetrabile. Al naso offrono profumi di mora, ciliegia scura, prugna, pepe nero, sottobosco ed erbe aromatiche, con un profilo generalmente più speziato e austero rispetto alla Corvina. Al palato risultano strutturati, energici e dotati di tannini decisi, bilanciati da buona freschezza. Il finale è lungo, verticale e lievemente speziato, con un carattere più “alpino” ed essenziale, che riflette le condizioni pedoclimatiche delle vallate veronesi. Nei vini da appassimento, la Dindarella contribuisce ad aumentare intensità, volume e profondità cromatica, pur mantenendo un profilo fruttato scuro e austero. Si tratta di un vitigno di carattere, capace di arricchire gli uvaggi tradizionali della Valpolicella e, in purezza, di offrire interpretazioni moderne dal tratto deciso e territoriale.
