Il nome “Cococciola” sembra derivare dal termine dialettale “cocòzzë” (zucca), forse in riferimento alla forma tondeggiante degli acini o al carattere rustico della pianta.
Dopo un lungo periodo di marginalità, il vitigno è stato riscoperto negli ultimi decenni grazie al lavoro di alcuni produttori e consorzi abruzzesi che ne hanno valorizzato l’identità varietale, portando alla nascita di vini monovarietali freschi, fragranti e di grande personalità. La sua iscrizione al Registro Nazionale delle varietà di vite risale al 1970, ma solo di recente il Cococciola è stato riconosciuto come uno dei più interessanti vitigni bianchi autoctoni del centro-sud italiano.Dal punto di vista storico e culturale, il Cococciola testimonia l’antica vocazione vitivinicola abruzzese, rappresentando un ponte tra la viticoltura contadina tradizionale e le nuove espressioni enologiche orientate alla valorizzazione dei vitigni autoctoni. La sua rinascita si inserisce nel più ampio movimento di riscoperta delle varietà minori italiane, in grado di offrire vini identitari, sostenibili e fortemente legati al territorio.
Zone di coltivazione
Il Cococciola è coltivato quasi esclusivamente in Abruzzo, soprattutto nella provincia di Chieti, nelle aree collinari comprese tra il fiume Sangro e l’Aventino, nei comuni di Guardiagrele, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Tollo e Ortona. È ammesso in diverse denominazioni di origine, tra cui la DOP Abruzzo e la DOP Trebbiano d’Abruzzo, e trova la sua massima espressione nella DOP Terre di Chieti.
Piccole superfici sono presenti anche in Molise e nel nord della Puglia, ma al di fuori del contesto abruzzese il vitigno rimane raro. Il Cococciola predilige terreni calcareo-argillosi ben drenati, con buone esposizioni e microclimi ventilati, tipici delle colline che guardano il mare. L’altitudine media dei vigneti varia tra i 200 e i 400 metri, con un clima temperato-mediterraneo mitigato dalle brezze marine e dalle correnti appenniniche, che favoriscono un’ottima escursione termica e un lento accumulo aromatico.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Cococciola è vigorosa e produttiva, con portamento semieretto e foglie di medie dimensioni, pentagonali e trilobate, dal lembo spesso e leggermente bolloso. Il grappolo è grande, conico o cilindrico, piuttosto compatto, a volte alato. Gli acini sono grandi, sferici o leggermente ellissoidali, con buccia spessa e consistente di colore giallo-verde che tende al dorato con la maturazione. La polpa è succosa, dal sapore neutro, con acidità elevata e buon equilibrio zuccherino.
Germoglia in epoca media e matura tardi, generalmente a fine settembre o inizio ottobre. È una varietà regolare e costante nella produzione, caratteristica che la rese per lungo tempo molto apprezzata nelle vigne promiscue dell’Abruzzo rurale. La sua buona tolleranza alle principali malattie fungine e alla siccità la rende adatta anche a viticoltura a basso impatto ambientale.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Cococciola predilige terreni calcareo-argillosi, sciolti e ben drenati, con esposizioni soleggiate ma non eccessivamente calde. È un vitigno rustico e resistente, che sopporta bene le annate secche e le forti escursioni termiche, caratteristiche comuni nelle aree collinari abruzzesi. Le forme di allevamento tradizionali sono la pergola abruzzese e il guyot, con potature medio-lunghe, mentre nei vigneti di nuova generazione si adotta anche il cordone speronato per favorire un miglior equilibrio vegeto-produttivo.
La resa media varia tra i 90 e i 100 quintali per ettaro, ma per ottenere vini di qualità superiore è preferibile contenerla intorno ai 70–80 quintali. È un vitigno che conserva molto bene l’acidità anche in annate calde, caratteristica rara per le varietà meridionali, e che lo rende ideale per la produzione di vini freschi, spumanti e basi per vini metodo Charmat o classico.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Cococciola producono mosti di colore giallo paglierino chiaro, con ottima acidità e profilo aromatico fine e delicato. La vinificazione avviene prevalentemente in acciaio inox a bassa temperatura, per preservare i profumi floreali e fruttati, mentre raramente viene impiegato il legno, data la natura fresca e agile del vitigno.
Il Cococciola si presta anche alla spumantizzazione, grazie alla sua acidità vivace e alla capacità di mantenere freschezza e integrità aromatica dopo la presa di spuma. I vini ottenuti esprimono note di agrumi, mela verde, fiori bianchi, erbe aromatiche e mandorla fresca, con una componente minerale che riflette i suoli calcarei della zona d’origine.
La sua neutralità gustativa consente vinificazioni pure e territoriali, o l’impiego in blend per apportare freschezza e struttura ad altre varietà locali.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Cococciola si presentano di colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso offrono profumi delicati e nitidi di fiori di campo, agrumi, mela verde, pera e leggere note erbacee. Al palato sono freschi, sapidi e piacevolmente equilibrati, con acidità vivace e corpo medio-leggero. Il finale è asciutto e minerale, con un retrogusto di mandorla e agrume che ne accentua la pulizia gustativa. mNelle versioni spumanti, il Cococciola regala vini dalla bolla fine e cremosa, di grande bevibilità, con profumi fragranti e persistenza salina.
