Il Biancolella è un vitigno a bacca bianca autoctono della Campania, legato in particolare alle isole del Golfo di Napoli, in primis Ischia, ma presente anche a Procida, Capri e in alcune aree costiere della penisola sorrentina e del Cilento. Le sue origini sono incerte, ma si ritiene che possa essere giunto a Ischia dall’area tirrenica centrale, forse in epoca antica o medievale. Alcuni studi lo mettono in relazione con varietà provenienti dall’area ligure-toscana.
Il suo nome potrebbe derivare dalla colorazione chiara degli acini o da una corruzione dialettale di “bianca bella”. Vitigno centrale nella viticoltura ischitana, è stato per secoli alla base della produzione di vini bianchi secchi locali, resistendo alla fillossera e alle crisi vitivinicole del XX secolo. Oggi è riconosciuto come una delle uve bianche più tipiche e identitarie della regione.
La sua presenza è quasi esclusiva in Campania, dove è coltivato principalmente a Ischia, con una certa presenza anche a Procida, Capri, sulla Costiera Amalfitana, e nel Cilento. È ammesso in varie denominazioni di origine, tra cui la DOC Ischia Biancolella, dove spesso è vinificato in purezza, ma anche in blend con altre varietà locali come Forastera, San Lunardo, Greco o Falanghina. È anche presente, seppur in misura più ridotta, nelle DOC Campi Flegrei e Costa d’Amalfi.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta presenta vigoria medio-elevata, con portamento tendenzialmente eretto e buona adattabilità ai sistemi di allevamento tradizionali a pergola. La foglia è grande, trilobata o pentalobata. Il grappolo è medio, di forma conica, mediamente compatto. Gli acini sono tondi, con buccia pruinosa di colore giallo dorato. La maturazione è media, con vendemmia tra fine settembre e inizio ottobre.
Proprietà agronomiche
Il Biancolella si adatta perfettamente ai terreni vulcanici e drenanti, come quelli di Ischia, dove prospera anche in condizioni difficili, su pendii ripidi e assolati. Ama i climi ventilati e miti, ma può soffrire le eccessive piogge. Ha una buona resistenza alla siccità, rese medie e regolari, e una buona risposta alle tecniche di viticoltura integrata.
Resistenze e sensibilità
Dimostra sensibilità all’oidio, ma è generalmente abbastanza resistente alla botrite grazie alla sua buccia spessa e al clima secco delle isole. Richiede attenzione nei momenti critici della maturazione per evitare squilibri zuccherini o cali di acidità.
Proprietà enologiche
I mosti del Biancolella sono caratterizzati da un buon equilibrio tra zuccheri e acidità, con profilo aromatico fine e floreale. È adatto alla produzione di vini bianchi secchi ma anche, se ben lavorato, a versioni più strutturate o affinate in bottiglia. Talvolta può essere vinificato con breve criomacerazione o con un passaggio in legno neutro, ma il suo carattere si esprime al meglio in acciaio, dove conserva la sua freschezza mediterranea.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Biancolella
I vini ottenuti da Biancolella presentano un colore giallo paglierino brillante, talvolta con riflessi dorati. Al naso emergono note floreali di ginestra, fiori di campo, erbe aromatiche, accompagnate da frutta a polpa bianca, pera, pesca, e accenni agrumati o salmastri. Al palato risultano freschi, scattanti, con una buona mineralità, acidità ben integrata e una chiusura leggermente ammandorlata, spesso con eco sapida tipica dei vini marini.
Ottimo come vino da aperitivo, ma anche in abbinamento con piatti a base di pesce azzurro, frutti di mare, zuppe di pesce, mozzarella di bufala, primi piatti con verdure, oppure la tradizionale cucina ischitana, come il coniglio alla cacciatora o la pasta con zucchine e fiori.
