Il Quagliano è un vitigno a bacca nera autoctono del Piemonte sud-occidentale, diffuso storicamente nelle Valli del Saluzzese e in particolare nella zona compresa tra i comuni di Busca, Costigliole Saluzzo e Verzuolo, alle pendici delle Alpi Cozie. Il nome deriverebbe, secondo la tradizione, dalla passione dei cacciatori per questo vino, ritenuto perfetto in abbinamento con la selvaggina da penna, come le quaglie.
Notizie documentate risalgono già al XVII secolo, quando il Quagliano era molto apprezzato nei mercati di Saluzzo e Torino. La sua coltivazione declinò drasticamente nel corso del Novecento, a causa della crisi della viticoltura montana, delle malattie crittogamiche e dell’affermazione di vitigni più produttivi. Sopravvissuto in piccoli appezzamenti familiari, è stato rivalutato a partire dagli anni 2000, anche grazie all’intervento dell’Istituto di Ampelografia di Grinzane Cavour e al supporto della comunità locale.
In Italia, il Quagliano è coltivato quasi esclusivamente in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel comprensorio delle Colline Saluzzesi. Rientra nel disciplinare della DOC Colline Saluzzesi e può essere vinificato anche come vino frizzante o dolce naturale. Le superfici vitate sono limitate, ma in crescita grazie a un rinnovato interesse per i vitigni rari e la viticoltura sostenibile.
Caratteristiche ampelografiche
La Quagliano presenta grappoli medi o grandi, piramidali, piuttosto spargoli, con acini medio-grandi, sferici, dalla buccia pruinosa e spessa, di colore blu-violaceo intenso. La foglia è grande, trilobata o pentalobata, con margini dentati. Il portamento della pianta è eretto, con tralci vigorosi e internodi lunghi.
Proprietà agronomiche
Vitigno vigoroso e produttivo, predilige suoli collinari, leggeri e ben drenati, con esposizione soleggiata ma ventilata. Ha una maturazione medio-tardiva (fine settembre-inizio ottobre) e una produttività regolare, anche se talvolta soggetta a colatura e acinellatura. Richiede una potatura equilibrata per evitare eccessi vegetativi e favorire una buona maturazione fenolica.
Resistenze e sensibilità
Il Quagliano è relativamente sensibile all’oidio e in misura minore alla peronospora, mentre mostra una discreta resistenza alla botrite grazie alla spargolosità del grappolo. Teme i ristagni idrici, che possono compromettere la qualità degli acini. Si adatta bene alla viticoltura integrata e di collina.
Proprietà enologiche
Il Quagliano è un vitigno a forte carica aromatica primaria, con un corredo terpenico che lo avvicina ai Moscati neri. Dà vini leggeri, profumati, di bassa alcolicità e vivace acidità, ideali per vinificazioni in rosso secco leggero, frizzante o dolce naturale, secondo la tradizione locale.
In purezza, produce vini dall’identità unica, ma può anche essere impiegato in blend con altri vitigni autoctoni piemontesi per conferire profumo e bevibilità. È adatto a vinificazioni rapide, con macerazioni brevi e fermentazioni in acciaio a temperatura controllata, per preservarne l’aromaticità.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Quagliano
I vini da Quagliano si distinguono per un colore rosso rubino violaceo brillante, scarico ma luminoso. Al naso esprimono note di rosa canina, violetta, fragolina di bosco, lampone e melograno, con accenni di spezie dolci e talvolta un delicato sentore muschiato. L’aromaticità è fine, elegante, mai invadente.
Al palato il vino è fresco, morbido, con tannini setosi, basso tenore alcolico (10–11%) e una leggera frizzantezza nelle versioni tradizionali. I vini dolci naturali o frizzanti da Quagliano, un tempo serviti a fine pasto o con i biscotti secchi, stanno tornando in auge come rossi da aperitivo o da dessert alla frutta.
La versione secca, più moderna, esprime una piacevole bevibilità, perfetta con salumi, piatti di verdure, carni bianche e formaggi a pasta molle. Il Quagliano è così una rara espressione di rosso aromatico alpino, delicato ma identitario, e rappresenta una delle più interessanti riscoperte della viticoltura piemontese di montagna.
