Il Cereza (termine spagnolo per “ciliegia”) è un vitigno a bacca rosa, come il Gewürztraminer e il Pinot grigio. E’ una varietà presente esclusivamente in Argentina e condivide l’origine di altre uve diffuse nell’America del sud, come la Criolla Grande, il Pais e il Mission che si ritengono essere stati introdotti nel continente dai conquistadores spagnoli. Fino alla fine del XX secolo, Cereza, Criolla e Pais rappresentavano assieme più di un terzo di tutta la superficie vitata del Sud America. L’elevata produttività ha contribuito alla sua diffusione che è arrivata a toccare i 40.000 ettari, seconda per estensione solo al Malbec. La provincia di San Juan è quella dove si trova la maggior parte delle piantagioni di Cereza, seguita dalla provincia di Mendoza che ne ha anche alcuni vigneti.
Dopo secoli dalla sua introduzione in Argentina, il vitigno Cereza si è adattato al clima caldo e arido e, grazie anche all’irrigazione artificiale, è diventato uno dei più importanti della regione, soprattutto in termini di rese per ettaro. Rispetto alla Criolla Grande, a buccia nera, il Cereza ha una buccia di colore rosa, notevolmente più chiara e con acini più grandi, che apportano una bassissima carica fenolica durante la macerazione. Per questo motivo, i vini prodotti con il Cereza sono quasi sempre bianchi o al massimo rosati.
Il Cereza produce vini di solito sono destinati al consumo precoce, che hanno la tendenza ad essere abbastanza “rustici” e di qualità bassa, soprattutto quando le rese sono elevate, come spesso accade, e che possono arrivare a superare i 200 ettolitri/ha. Oltre alla produzione diretta di vino, l’uva è spesso utilizzata nella produzione di concentrato di uva utilizzato poi a sua volta nella vinificazione.