Il Glossario del vino di Quattrocalici

Vitigni ibridi e incroci

La Classificazione dei Vitigni

vitigni incroci e ibridi

Gli incroci tra vitigni si ottengono fecondando un fiore di un vitigno con il polline di un altro, allo scopo di modificare alcuni caratteri, farne emergere di nuovi, costituire nuove varietà. La procedura per realizzare un incrocio tra vitigni consiste in:

  1. Scegliere le varietà da incrociare;
  2. Isolamento, mediante asportazione degli stami maschili, il fiore femminile;
  3. Prelevare il polline maschile dell’altra varietà;
  4. Immettere il polline selezionato nel fiore femmina castrato

Il fiore andrà così in fecondazione ottenendo un acino. Da questo acino maturo si raccolgono i vinaccioli che daranno origine ai nuovi soggetti.

I fiori femminili vengono impollinati esclusivamente col polline della varietà selezionata ricorrendo ad accorgimenti che impediscano l’impollinazione da parte di altre piante. Chiaramente, per arrivare ad una nuova varietà di vite attraverso l’ibridazione è necessario rendere stabili i caratteri per mezzo di incroci successivi con l’obiettivo di ottenere individui omozigoti rispetto a quegli stessi caratteri.

L’incrocio viene tecnicamente denominato come “pianta madre x pianta padre“. In molti casi il nome comune di queste specie viene dato in onore del ricercatore che l’ha creata. Alcuni esempi famosi di incroci sono il Müller-Thurgau (Riesling x Chasselas) e gli Incroci Manzoni, soprattutto il Manzoni bianco, nati dal genio del prof. Luigi Manzoni agli inizi del secolo scorso.

Se l’incrocio avviene tra due viti di specie diverse, come nel caso di una vitis vinifera con una vite americana, il risultante viene chiamato vitigno ibrido. L’ibridazione viene anch’essa utilizzata per la ricerca del miglioramento della resistenza della vite ad avversità e parassiti, come ad esempio le crittogame, anche se questi vitigni non sono in genere recepiti nei disciplinari per i vini a denominazione di origine.