il glossario della cucina di Quattrocalici

Sakè

Bevande fermentate

Il Sakè in cucina e negli abbinamenti

Il Sakè, una bevanda alcolica fermentata tradizionale giapponese, è ottenuto principalmente dalla fermentazione del riso. Questa bevanda, conosciuta anche come Nihonshu in Giappone, ha una storia ricca e complessa, che risale almeno all’VIII secolo. Oggi il sakè viene apprezzato in tutto il mondo per la sua varietà e la sua capacità di abbinarsi a un’ampia gamma di piatti.

Storia del Sakè

La produzione di Sakè inizia nel periodo Nara (710-794 d.C.) in Giappone. Inizialmente, il sakè veniva usato per cerimonie religiose, cortesie imperiali e come bevanda medicinale. Durante il periodo Heian (794-1185 d.C.), la tecnica di produzione si sviluppò con l’introduzione del metodo “kaminozoki“, che permetteva la fermentazione in massa. Entro il periodo Edo (1603-1868 d.C.), la produzione di sakè divenne una pratica commerciale stabilita, con la nascita di numerose sakagura (cantine di sakè).

Nel XX secolo, la tecnologia moderna ha trasformato ulteriormente la produzione del sakè, rendendo il processo più efficiente e variato. Oggi, il sakè è celebrato globalmente, con festival e competizioni dedicate a questa bevanda.

Tipologie di Sakè

Il Sakè varia molto in termini di sapore, aroma e consistenza. La classificazione può essere basata su diversi fattori, inclusa la quantità di riso levigato (pulito), l’aggiunta o meno di alcool distillato, e il metodo di produzione:

  • Junmai: Sakè puro senza aggiunta di alcol distillato. Richiede che il riso sia levigato almeno al 70% (rimuovendo il 30% della parte esterna del chicco di riso). I sakè Junmai sono spesso più ricchi e pieni di corpo, con un leggero sapore acidulo.
  • Honjozo: A questo sakè viene aggiunto un piccolo quantitativo di alcol distillato prima della pressatura finale. Anche il riso deve essere levigato al 70%. Questo processo aiuta a esaltare l’aroma e a rendere il sakè più leggero e morbido rispetto al Junmai.
  • Ginjo: Un sakè che utilizza riso levigato almeno al 60%. Questi sakè sono noti per i loro aromi fruttati e floreali e sono più leggeri e delicati.
  • Daiginjo: Una sottocategoria di Ginjo, con il riso levigato almeno al 50%, ma spesso molto di più. Daiginjo è considerato il più premium dei sakè, con un profilo aromatico estremamente raffinato e complesso.
  • Namazake: Sakè non pastorizzato, che deve essere conservato in frigo e consumato fresco per godere appieno del suo gusto vivace e fresco.

Abbinamenti al Cibo dei Sakè

Il Sakè è estremamente versatile quando si tratta di abbinamenti con il cibo. Non è limitato alla cucina giapponese; infatti, si abbina bene con una vasta gamma di cucine internazionali grazie alla sua varietà di stili.

  • Con piatti leggeri come sushi e sashimi: Sakè Ginjo o Daiginjo, con i loro aromi fruttati e floreali, complementano splendidamente il pesce fresco.
  • Con piatti più ricchi e saporiti, come il tempura o piatti fritti: Un Junmai o Honjozo, che sono più ricchi e possono avere un retrogusto leggermente acidulo, bilancia bene i sapori grassi.
  • Con piatti occidentali come formaggi o carni bianche: Daiginjo o un Ginjo fresco possono contrastare la ricchezza del formaggio o della carne con la loro complessità aromatica e freschezza.
  • Con i dessert: Un sakè dolce, spesso un tipo particolare chiamato “Nigori Sakè“, che è torbido e leggermente dolce, può essere delizioso con frutta fresca o dolci leggeri.

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