Il nome Durella richiama infatti la durezza della buccia e l’impronta spiccatamente austera del mosto, caratteristiche che in passato la rendevano un’uva rustica da taglio nei vini bianchi locali. La sua valorizzazione moderna è invece storia recente: dagli anni Ottanta in avanti, grazie al recupero del vigneto collinare e allo sviluppo della spumantistica italiana, la Durella è divenuta un simbolo della nuova viticoltura vulcanica veneta, capace di offrire vini tesi, minerali e longevi.
Oggi la varietà rappresenta uno dei vitigni bianchi più identitari del Nord-Est, strettamente connesso al paesaggio basaltico e ventoso della Lessinia, dove il legame tra storia agricola e geologia vulcanica è particolarmente evidente.
Zone di coltivazione
La Durella è coltivata quasi esclusivamente nel Veneto, con epicentro tra le province di Verona e Vicenza. Le sue zone storiche sono i rilievi dei Monti Lessini, il comprensorio di Brentonico e la fascia collinare basaltica che conduce verso l’Alpone e la valle del Chiampo.
Le principali denominazioni che la contemplano sono:
– Monti Lessini DOC (fermo e metodo classico)
– Durello Lessini DOC (soprattutto spumante)
– alcune IGT venete.
Fuori dal Veneto è rara, e la sua presenza è dovuta quasi esclusivamente a collezioni ampelografiche. La forte impronta territoriale e la necessità di climi freschi con suoli vulcanici spiegano la sua scarsa diffusione in altri contesti produttivi.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Durella è vigorosa, a portamento espanso, con tralci robusti e buona produzione di legno. Le foglie sono medio-grandi, trilobate o pentalobate, di colore verde scuro, spesso con lembo rilevato e superficie rugosa.
Il grappolo è medio-piccolo, compatto, generalmente cilindrico o cilindrico-conico. Gli acini sono piccoli o medio-piccoli, sferici, con buccia molto spessa e resistente — un tratto distintivo che protegge l’uva da botrite e marciumi — di colore giallo verdognolo. La polpa è consistente e molto acida.
L’uva matura tardivamente, spesso nella seconda metà di ottobre, condizione che ne esalta l’acidità naturale e ne rafforza il profilo aromatico sobrio e minerale.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Durella è un vitigno rustico, adattissimo ai terreni basaltici e vulcanici della Lessinia. Predilige suoli drenanti, ricchi di minerali e dotati di forte attività pedogenetica. La sua resistenza alla siccità, al vento e alle condizioni climatiche fresche lo ha reso storicamente prezioso nelle zone collinari più impervie.
È poco sensibile alla botrite grazie alla buccia spessa, mentre necessita di attenzioni contro peronospora e oidio in annate piovose. Le rese possono essere elevate, ma per ottenere vini di qualità è importante contenerle entro soglie medie e gestire con cura la chioma.
Le forme di allevamento prevalenti sono guyot e cordone speronato, con potature non troppo cariche per favorire maturazioni omogenee in una varietà naturalmente tardiva.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Durella producono mosti con acidità altissima e buon estratto, condizioni che da decenni ne fanno una base ideale per la spumantizzazione. La vinificazione può seguire due strade principali:
– stile fermo, in acciaio, per preservare freschezza e sapidità;
– metodo classico con lunghe permanenze sui lieviti, spesso sopra i 36–60 mesi, che valorizzano la struttura e l’acidità tagliente del vitigno.
L’aromaticità è contenuta, con profilo dominato da agrumi, note balsamiche, fiori bianchi e marcata mineralità vulcanica. L’acidità sostenuta richiede vinificazioni tecniche e tempi adeguati di maturazione per evitare eccessi di spigolosità nei vini giovani.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Durella si caratterizzano per un’acidità altissima — tra le più elevate tra i vitigni italiani — e una forte impronta minerale. Il colore è giallo paglierino con riflessi verdolini nei giovani.
Al naso emergono agrumi (lime, cedro, pompelmo), fiori bianchi, erbe fresche e toni salini e vulcanici. Negli spumanti metodo classico, le lunghe soste sui lieviti aggiungono sentori di crosta di pane, nocciola, pietra focaia e una verticalità gustativa sorprendente. Al palato i vini sono tesi, secchi, nervosi e molto sapidi, con una struttura importante nonostante l’aromaticità contenuta. Il finale è lungo, agrumato e marcatamente minerale.
