La Guida ai vitigni di Quattrocalici

Brunello

scheda ampelografica completa

Vitigno  Brunello

Il vitigno denominato Brunello rappresenta un sinonimo per il vitigno Sangiovese.Per accedere alla pagina del vitigno Sangiovese con la descrizione completa, i descrittori ampelografici, le caratteristiche del vino prodotto con il vitigno Sangiovese, clicca qui.

Indice

Il Brunello è un vitigno a bacca nera identificato storicamente come una selezione locale del Sangiovese, sviluppatasi nel territorio di Montalcino, in provincia di Siena. Oggi è riconosciuto con il nome di Sangiovese Grosso ed è l’unico vitigno ammesso nella produzione del celebre vino Brunello di Montalcino DOCG. La sua origine risale probabilmente al XIX secolo, quando alcuni viticoltori montalcinesi — tra cui il farmacista Clemente Santi — selezionarono cloni di Sangiovese particolarmente adatti ai suoli argillosi e galestrosi del comprensorio, caratterizzati da un profilo più ricco in sostanze polifenoliche e da una maggiore capacità di maturazione completa.
La denominazione “Brunello” deriva dal termine locale con cui gli agricoltori identificavano le uve di colore scuro (“bruno”) che davano vini più intensi e longevi rispetto al Sangiovese comune. Nel corso dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, il Brunello divenne sinonimo del vino di Montalcino, fino al riconoscimento ufficiale della DOC nel 1966 e della DOCG nel 1980. Oggi il vitigno rappresenta una delle più alte espressioni della viticoltura italiana, simbolo dell’eccellenza toscana e della capacità di un territorio di modellare un’identità viticola unica.

Dal punto di vista culturale e storico, il Brunello incarna la fusione tra la tradizione agraria del Sud della Toscana e l’evoluzione tecnica dell’enologia moderna. È il risultato di una selezione empirica ma rigorosa, condotta nel corso di generazioni, che ha dato origine a un biotipo capace di produrre vini di straordinaria longevità. La sua storia è indissolubilmente legata a quella di Montalcino, borgo che, grazie alla combinazione di clima, suolo e altitudine, ha saputo trasformare un clone di Sangiovese in un patrimonio culturale riconosciuto a livello mondiale.

Zone di coltivazione

Il Brunello è coltivato quasi esclusivamente nel territorio comunale di Montalcino, delimitato dalla denominazione Brunello di Montalcino DOCG. Si tratta di un’area di circa 2.100 ettari vitati, situata a sud di Siena, tra i 120 e i 650 metri di altitudine. Le colline di Montalcino offrono una straordinaria varietà di suoli — da marne calcaree a galestro e argille plioceniche — che conferiscono sfumature diverse ai vini a seconda della zona.
Cloni di Brunello (Sangiovese Grosso) sono coltivati anche in altre aree della Toscana, come nel Chianti Classico, nel Vino Nobile di Montepulciano e nella Maremma, dove vengono spesso utilizzati in blend o vinificati in purezza come “Sangiovese Grosso”. Tuttavia, solo a Montalcino il vitigno raggiunge livelli qualitativi tali da costituire una denominazione autonoma e riconosciuta a livello internazionale. Fuori dall’Italia, alcuni tentativi di impianto sono stati fatti in California, Argentina e Australia, ma con risultati qualitativi ancora distanti dall’originale toscano.

Caratteristiche ampelografiche

La pianta di Brunello è di vigoria medio-elevata, con portamento espanso e tralci robusti. Le foglie sono grandi, trilobate o quinquelobate, con margine dentato e lembo verde scuro. Il grappolo è medio, compatto, di forma cilindrica o conico-cilindrica, spesso alato. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia spessa e resistente di colore blu-nero intenso, ricca di pruina e di sostanze coloranti. La polpa è succosa, con sapore neutro tendente al dolce.
Germoglia in epoca medio-tardiva e matura tardi, generalmente tra fine settembre e i primi di ottobre. È una varietà esigente in termini di esposizione solare, poiché richiede un lungo periodo di maturazione per ottenere un perfetto equilibrio tra zuccheri, acidi e tannini. Il Brunello presenta un elevato contenuto di polifenoli e antociani stabili, che contribuiscono alla struttura e alla capacità di invecchiamento dei vini. Rispetto al Sangiovese comune, si distingue per la maggiore dimensione dei grappoli, la consistenza della buccia e la potenza fenolica del mosto.

Caratteristiche colturali e agronomiche

Il Brunello richiede terreni ben drenati, preferibilmente calcarei o galestrosi, e climi temperati con forti escursioni termiche tra giorno e notte. È sensibile alle gelate primaverili e alle piogge durante la maturazione, ma mostra buona resistenza alla siccità estiva grazie alla profondità dell’apparato radicale. Le forme di allevamento più utilizzate sono il cordone speronato e il guyot, con densità d’impianto medio-alta (4.000–5.000 ceppi/ha) e rese limitate (60–70 q/ha) per garantire la massima concentrazione qualitativa.
Il vitigno esprime al meglio il suo potenziale nei pendii collinari esposti a sud e sud-ovest, dove la maturazione è lenta e regolare. L’equilibrio tra fertilità e vigoria è fondamentale per evitare eccessi vegetativi e preservare la qualità fenolica. Grazie alla sua capacità di adattamento, il Brunello può dare vini di diversa personalità a seconda dell’altitudine: più potenti e alcolici nelle zone basse, più eleganti e minerali nelle aree alte.

Caratteristiche enologiche del vitigno

Le uve di Brunello producono mosti di alta qualità, ricchi di zuccheri, acidità equilibrata e un eccezionale contenuto fenolico. La vinificazione prevede lunghe macerazioni sulle bucce (15–25 giorni) per estrarre colore, tannini e sostanze aromatiche. La fermentazione avviene tradizionalmente in vasche di acciaio o cemento, seguita da un affinamento minimo di due anni in botti di rovere e da un ulteriore periodo in bottiglia, secondo il disciplinare della DOCG Brunello di Montalcino.
Il vino che ne deriva è complesso, profondo e longevo, con un’elevata capacità di evoluzione nel tempo. Il Brunello esprime al massimo la tipicità del Sangiovese in una versione di grande struttura e finezza, dove la potenza tannica si fonde con l’eleganza aromatica. L’affinamento in legno esalta le note speziate e balsamiche, integrandole armoniosamente con quelle fruttate e floreali.

Caratteristiche organolettiche dei vini

I vini da Brunello si presentano di colore rosso rubino intenso con riflessi granato dopo l’affinamento. Al naso rivelano un bouquet complesso e stratificato, con profumi di ciliegia matura, prugna, mora e viola, seguiti da note di tabacco, cuoio, liquirizia, spezie dolci e legno nobile. Al palato sono pieni, caldi e armonici, con struttura tannica robusta ma fine, acidità viva e lunga persistenza. Con l’invecchiamento, il Brunello sviluppa aromi terziari di sottobosco, humus, funghi secchi e cacao, mantenendo tuttavia una straordinaria freschezza e tensione gustativa. È un vino di grande equilibrio e profondità, capace di evolvere per decenni, considerato una delle massime espressioni enologiche italiane per complessità, eleganza e capacità di rappresentare il terroir di origine.

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