I Moscati in Italia: Vitigni e Vini
Il Moscato, anzi i Moscati in Italia
Il Moscato è una delle uve più diffuse nella Penisola, essendo presente dal suo estremo nord all’estremo sud. In realtà parliamo non di un vitigno, ma di una famiglia di vitigni, i Moscati, accomunati nel nome ma non nell’origine. Una caratteristica organolettica che accomuna i Moscati è la loro aromaticità, ossia la presenza di aromi primari nei vini, ossia profumi che derivano da sostanze aromatiche presenti anche negli acini maturi e non conseguenti alla fermentazione o maturazione del vino. Questi tratti aromatici sono inconfondibili e danno ai vini il tipico sentore di “muschio” con tratti di salvia, anice e frutta matura. La buona acidità delle uve li rende adatti sia all’appassimento che alla spumantizzazione e l’elevato contenuto zuccherino li rende ottimi vini da dessert. La Leggerezza, l’ aromaticità e la dolcezza rende simpatici i loro vini, abbinamento ideale per i dolci, ma anche deliziosi su moltissimi altri piatti e in mille occasioni. I Moscati sono tra le uve più antiche delle quali si abbia traccia, e la loro ampia diffusione ne testimonia l’anzianità e i numerosi chilometri percorsi nei secoli. Molto probabilmente i Moscati, assieme alle Malvasie furono tra le prime uve coltivate, apprezzate per la loro piacevolezza. La differenza tra i vari Moscati risiede proprio nella loro origine e i vini che se ne ricavano hanno caratteristiche dissimili. Vediamoli nei dettagli.
I vitigni della famiglia dei Moscati in Italia
- La varietà più diffusa in Italia è il Moscato Bianco, vitigno base per il Moscato d’Asti e di Canelli (Asti DOCG), per il Moscadello di Montalcino, il Moscato di Noto, il Moscato di Siracusa e il Moscato di Trani. Presenta un grappolo non molto grande, spesso alato, con acini piccoli.
- Il Moscato Giallo (base del Moscato Fior d’Arancio) è coltivato soprattutto in Trentino Alto Adige e in Veneto. Il suo grappolo è più spargolo e più grande e anche l’acino è più grande.
- Lo Zibibbo (detto anche Moscato di Alessandria o Moscatellone) è il terzo come diffusione in Italia. E’ una varietà molto diffusa nel Mediterraneo, dove fu introdotta dagli Arabi come uva da tavola. Si tratta di una varietà ricca di sostanze aromatiche. A Pantelleria ha trovato il suo terroir d’elezione. Grazie al clima caratterizzato da tanto vento e poca pioggia, il Moscato di Pantelleria ha una grande concentrazione di zucchero, enfatizzata dall’appassimento all’aperto, realizzato in tempi molto rapidi, delle uve raccolte. L’uva così appassita si aggiunge alla seconda raccolta dosando così la quantità desiderata di zucchero del prodotto finale.
- Il Moscato di Terracina è una varietà locale diffusa solo nel Lazio, utilizzata sia per produrre vino sia come uva da tavola.
- Il Moscato Rosa (o Moscato Rosso, Uva rosa o delle rose) è coltivato nel nord-est, soprattutto in Trentino-Alto Adige. Pur presentando un’alta concentrazione di sostanze coloranti, che danno una sfumatura caratteristica ai vini passiti, il suo nome deriva dalla componente aromatica floreale presente nei vini.
- Il Moscato di Scanzo, unico a bacca nera, è diffuso nella sola zona della Valcalepio e dà origine al Moscato di Scanzo DOCG. Questo vitigno viene utilizzato solo per la produzione di vini dolci, previo appassimento delle uve.
- Il Moscatello Selvatico ha come zona di maggiore produzione quella della costa Pugliese che si estende da Barletta a Monopoli, in particolare il territorio nei dintorni di Andria e Trani, ma entra anche nella DOC Moscadello di Montalcino, in Toscana.
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