Il suo nome deriva da una trasformazione linguistica di “Saint-Saëns”, piccolo comune della Linguadoca, oppure, secondo altre fonti, dal termine provenzale “cinsau”, che designava genericamente le viti rustiche. Dalla Francia meridionale il vitigno si diffuse rapidamente verso la Provenza, la Corsica, la Valle del Rodano e il Languedoc-Roussillon, divenendo una delle uve più coltivate del sud del Paese nel XIX e XX secolo.
Storicamente utilizzato in assemblaggio con Grenache, Syrah e Mourvèdre per ammorbidire i vini rossi e arricchire i rosati, il Cinsaut è oggi apprezzato per la sua capacità di esprimere eleganza e freschezza anche in vinificazioni in purezza. La sua importanza culturale si estese ben oltre la Francia: nel corso dell’Ottocento fu esportato in Algeria, Marocco e Tunisia, dove divenne un pilastro della viticoltura coloniale francese, e successivamente in Sudafrica, dove venne impiegato come genitore, insieme al Pinot Noir, nella creazione del celebre Pinotage.
Dal punto di vista storico ed enologico, il Cinsaut rappresenta l’archetipo del vitigno mediterraneo: produttivo, resistente al caldo e capace di dare vini soavi e profumati, perfettamente adattati alle condizioni di luce e calore delle regioni meridionali. Il suo recente recupero in vinificazioni monovarietali testimonia un rinnovato interesse per la tipicità e la delicatezza dei vitigni storici del Sud della Francia.
Zone di coltivazione
Il Cinsaut è diffuso principalmente nel sud della Francia, in particolare nelle regioni del Languedoc-Roussillon, della Provenza e della Valle del Rodano meridionale. È ammesso in numerose denominazioni di origine, tra cui Côtes du Rhône, Minervois, Corbières, Costières de Nîmes e Côtes de Provence, dove contribuisce alla produzione di rosati freschi e aromatici.
È inoltre molto coltivato in Corsica, dove entra nella composizione dei vini della Patrimonio AOC e di diverse IGP locali.
Fuori dalla Francia, il Cinsaut si è affermato in Nord Africa (Algeria, Tunisia, Marocco), nel Sudafrica, dove è stato a lungo uno dei vitigni più diffusi, e in misura minore in Libano (celebre il suo impiego nello Chateau Musar), in Cile, in California e in Australia. In Italia è presente sporadicamente in Sicilia e Sardegna, dove si trova talvolta confuso con altre varietà di antica introduzione francese.
Il vitigno predilige ambienti caldi, secchi e ventilati, su suoli sciolti, sabbiosi o ghiaiosi, dove la sua maturazione lenta e regolare consente di ottenere uve equilibrate e profumate.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Cinsaut è vigorosa e produttiva, con portamento semieretto e fogliame ampio. Le foglie sono grandi, pentalobate, di colore verde scuro e lembo spesso. Il grappolo è grande, conico o cilindrico, compatto e spesso alato. Gli acini sono medio-grandi, sferici, con buccia sottile ma elastica di colore blu-nero, ricca di antociani ma povera di tannini. La polpa è succosa, dolce e neutra.
Germoglia in epoca medio-precoce e matura tardi, verso la fine di settembre, caratteristica che lo rende adatto alle regioni meridionali dove le temperature restano elevate fino all’autunno. È un vitigno di buona fertilità, con rese elevate se non controllate, e richiede pertanto una gestione agronomica attenta per evitare eccessi produttivi che penalizzerebbero la concentrazione aromatica e strutturale dei vini.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Cinsaut si adatta perfettamente ai climi caldi e asciutti del bacino mediterraneo. È resistente alla siccità e al vento, ma soffre l’umidità eccessiva e i terreni troppo fertili. Predilige suoli leggeri, sabbiosi o calcareo-argillosi, ben drenati, e beneficia di buone esposizioni soleggiate. Le forme di allevamento più adatte sono il gobelet (alberello mediterraneo) e il cordone speronato, con potature corte.
È una varietà di maturazione tardiva, che tollera bene la forte insolazione senza perdita di acidità, caratteristica che la rende preziosa nei blend del Sud della Francia. In ambienti più freschi, invece, può risultare meno performante, con vini più leggeri e meno equilibrati. Le rese ottimali per vini di qualità si aggirano intorno ai 70–80 quintali per ettaro.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Cinsaut danno mosti di colore rosso rubino chiaro, con moderata acidità e basso contenuto di tannini, ma con ricchezza in sostanze aromatiche. La vinificazione avviene generalmente in acciaio inox a temperature controllate, con macerazioni brevi per preservare il profumo fruttato e la finezza gustativa. È ideale per la produzione di rosati eleganti e fragranti, ma può essere vinificato anche in rosso per ottenere vini leggeri e piacevoli, spesso destinati al consumo giovane.
In assemblaggio, il Cinsaut apporta morbidezza e aromi fruttati, contribuendo ad armonizzare la struttura di varietà più tanniche come Syrah o Mourvèdre. Le sue note floreali e fruttate lo rendono anche un ottimo complemento per la produzione di vini spumanti rosé e di cuvée mediterranee di grande equilibrio aromatico.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Cinsaut si presentano di colore rosso rubino brillante o cerasuolo, a seconda dello stile di vinificazione. Al naso offrono profumi intensi di ciliegia, fragolina, lampone e melograno, accompagnati da note floreali di viola e rosa, e lievi accenni speziati e balsamici. Al palato risultano freschi, agili e vellutati, con tannini morbidi e un’acidità equilibrata che conferisce bevibilità e armonia. Il finale è delicato e fruttato, con piacevoli ritorni floreali. Nelle versioni rosé, il Cinsaut esprime tutto il suo potenziale mediterraneo: vini limpidi, eleganti e seducenti, perfetti interpreti della solarità del Sud della Francia.
