Il Pelaverga piccolo è un vitigno a bacca nera autoctono del Piemonte, coltivato quasi esclusivamente nel comune di Verduno, in provincia di Cuneo, nel cuore della zona del Barolo. Non va confuso con il Pelaverga grosso, altra varietà piemontese diffusa nel Canavese e nel Saluzzese: si tratta di due vitigni distinti, sia dal punto di vista genetico che enologico.
Il Pelaverga piccolo è documentato nel territorio langarolo fin dal Seicento e per secoli ha rappresentato una varietà minore, spesso vinificata in uvaggio. Solo dalla fine del XX secolo, grazie all’opera di alcuni produttori locali, è stato vinificato in purezza e valorizzato, fino a ottenere nel 1995 la DOC Verduno Pelaverga, che ne ha consacrato l’identità unica. Oggi è considerato uno dei rossi piemontesi più originali, per la sua raffinata speziatura, leggerezza e fragranza. Il Pelaverga piccolo è coltivato quasi esclusivamente nel comune di Verduno, dove costituisce la base della DOC Verduno Pelaverga. Fu reimpiantato in purezza negli anni ’70 e ’80 da alcuni produttori illuminati, che ne intuirono le potenzialità. Oggi la superficie vitata complessiva resta modesta – poche decine di ettari – ma la qualità dei vini ha attirato l’interesse di nuovi vignaioli. È presente, in quantità ancora più ridotte, anche in piccole parcelle nei comuni limitrofi di La Morra e Roddi.
Caratteristiche ampelografiche
Il Pelaverga piccolo ha grappoli piccoli o medi, cilindrici o piramidali, tendenzialmente compatti. Gli acini sono piccoli, sferici, con buccia spessa, pruinosa, di colore blu-violaceo intenso. La foglia è media, trilobata o pentalobata, con margini dentati e seno peziolare a U profondo. La pianta ha vigoria media e portamento regolare.
Proprietà agronomiche
Si tratta di un vitigno di buona adattabilità, che preferisce i suoli calcarei e ben drenati delle Langhe, con esposizioni soleggiate ma non eccessivamente calde. La maturazione è medio-precoce, con vendemmia che avviene generalmente nella prima metà di settembre. Ha buona fertilità e una produzione equilibrata, che può essere facilmente gestita con potature a guyot.
Resistenze e sensibilità
Il Pelaverga piccolo è abbastanza resistente alla siccità e presenta una moderata tolleranza alle principali malattie fungine, anche se il grappolo compatto può renderlo sensibile alla botrite in caso di eccessiva umidità. È una varietà che ben si adatta all’agricoltura sostenibile e alla gestione a basso impatto.
Proprietà enologiche
I mosti da Pelaverga piccolo sono di moderata intensità colorante, ma ricchi di precursori aromatici. Il vino che se ne ottiene ha struttura media, acida freschezza, alcolicità contenuta e un profilo aromatico unico nel panorama italiano. La vinificazione avviene quasi sempre in acciaio, per esaltarne le note varietali, ma alcune versioni prevedono anche un breve affinamento in legno grande per aggiungere complessità. Non è raro l’uso della macerazione breve per ottenere uno stile fresco e immediato.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Pelaverga piccolo
I vini da Pelaverga piccolo si presentano con un colore rubino tenue, trasparente, con riflessi porpora. Il naso è esplosivo e inconfondibile: intense note di pepe bianco, fragoline di bosco, rosa selvatica, ciliegia fresca, violetta, e sfumature di arancia sanguinella o erbe officinali.
Al gusto sono freschi, fragranti, sapidi, con una trama tannica lieve ma presente, ottima acidità e chiusura speziata. Si distinguono per finezza e immediatezza, ma in alcuni casi possono anche evolvere in bottiglia per 4–6 anni, acquisendo eleganti toni terziari.
Ideali per abbinamenti con salumi delicati, piatti vegetariani, formaggi freschi, cucina etnica leggera o anche serviti lievemente freschi come rossi da aperitivo, i vini da Pelaverga piccolo rappresentano una delle espressioni più affascinanti e originali della viticoltura piemontese, capaci di conquistare per la loro immediatezza aromatica e il loro carattere unico e territoriale.
