Il Negroamaro Precoce è una varietà clonale del Negroamaro, selezionata per la sua capacità di maturare più rapidamente rispetto al biotipo tradizionale. Si tratta dunque non di un vitigno distinto, ma di una mutazione naturale o selezione agronomica del Negroamaro, varietà principe della viticoltura del Salento, che copre vaste superfici nelle province di Lecce, Brindisi e parte di Taranto.
La selezione di ceppi a maturazione anticipata è stata condotta a partire dalla fine del Novecento da istituti agrari e vivaisti locali, con l’obiettivo di favorire una vendemmia leggermente anticipata in contesti climatici caldi, e quindi di contenere il grado alcolico e preservare l’acidità. Il Negroamaro Precoce conserva tutte le caratteristiche genetiche e aromatiche del vitigno madre, ma con un ciclo vegetativo più breve, che lo rende interessante per chi cerca equilibrio tra maturità fenolica e freschezza.
Il Negroamaro Precoce è coltivato quasi esclusivamente in Salento, in contesti sperimentali o da parte di produttori che lavorano con selezioni clonali avanzate. Non ha una sua denominazione specifica, ma può rientrare in tutte le DOC e IGT che ammettono il Negroamaro. Alcune aziende lo utilizzano per vini rossi più freschi e beverini, oppure come base per rosati moderni, capaci di coniugare profilo aromatico intenso e acidità più sostenuta.
Caratteristiche ampelografiche
Essendo un biotipo del Negroamaro, il Negroamaro Precoce ne condivide le caratteristiche ampelografiche: grappolo medio, piramidale o cilindrico, tendenzialmente compatto; acini medio-piccoli, sferici, con buccia spessa e pruinosa di colore blu-nero. La foglia è media, trilobata o quinquelobata, di colore verde opaco. La pianta ha un portamento espanso e buona vigoria.
Proprietà agronomiche
Il Negroamaro Precoce si distingue per la maturazione anticipata rispetto al biotipo classico, di circa una settimana o più, a parità di condizioni pedoclimatiche. Ciò consente una raccolta anticipata, utile per evitare eccessive concentrazioni zuccherine e quindi alcolicità troppo elevate, un rischio frequente nei climi caldi del Salento. La vigoria è buona, la produttività regolare, la fertilità delle gemme alta.
Questo clone predilige suoli calcarei, argillosi o sabbiosi, ben drenati e poveri di sostanza organica, e beneficia di una gestione attenta del carico produttivo per esprimere il meglio in termini qualitativi.
Resistenze e sensibilità
La pianta mostra buona resistenza alla siccità e al caldo, ma può essere soggetta a stress idrico nelle fasi finali della maturazione, se non gestita con attenzione. È discretamente resistente a oidio e peronospora, grazie alla buccia spessa, e sopporta bene la botrite se il grappolo non è troppo compatto. Le rese elevate possono compromettere l’equilibrio tra zucchero, acidità e sostanze fenoliche, motivo per cui è consigliabile una moderata riduzione del carico.
Proprietà enologiche
Dal punto di vista enologico, il Negroamaro Precoce offre le stesse potenzialità del Negroamaro classico, ma con alcuni vantaggi: acidità più sostenuta, grado alcolico più contenuto, e profilo aromatico più fragrante, soprattutto nei rosati. I mosti sono ricchi in colore e polifenoli, ma con una maggiore freschezza gustativa, che li rende adatti sia a vinificazioni in acciaio, sia ad affinamenti brevi in legno o cemento, mantenendo un profilo vibrante.
È particolarmente adatto per rosati di pronta beva, vini rossi giovani e fruttati, ma anche per blend con altri vitigni autoctoni salentini come Malvasia Nera, Ottavianello o Susumaniello.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Negroamaro Precoce
I vini da Negroamaro Precoce si presentano con un colore rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei. Nei rosati, il tono è cerasuolo brillante, con grande luminosità. Al naso si colgono note di ciliegia, prugna, ribes, rosa rossa, pepe nero e liquirizia, con accenti vegetali gentili. Rispetto al Negroamaro classico, i profumi sono più immediati e freschi, con una maggiore fragranza di frutto.
In bocca il vino è morbido ma sostenuto da buona acidità, con tannini rotondi, alcol ben integrato e una chiusura equilibrata, spesso con un ritorno di frutto e spezie. Nei rosati domina la croccantezza, l’agilità gustativa e un finale sapido che invita al secondo sorso.
