La Verdea è un vitigno autoctono a bacca bianca diffuso in Lombardia ma di probabili origini toscane. Si suppone che il nome Verdea derivi dal latino “viridis verde” per il colore degli acini o per certi riflessi verdastri del vino. Il Dalmasso nel 1937 riportava una nota del novelliere trecentesco Francesco Sacchetti dove si menzionava un’uva Sancolombana che suppone sia la Verdea. Si dice anche che sia stato proprio l’ irlandese San Colombano a portarla nel Milanese, quando arrivò a cristianizzare questa terra sconvolta dai barbari, insegnando agli abitanti del Colle la coltivazione della vite. Il vitigno ha trovato infatti la sua maggiore diffusione in provincia di Piacenza e nelle provincie lombarde di Milano e Pavia, in particolare nella zona della DOC San Colombano. La Verdea si ritrova comunque tutt’ora anche in Toscana, soprattutto nel Valdarno Superiore (le prime citazioni risalgono al XIV secolo) dove è nota come Colombana, ma si tratta di un vitigno ormai raro e poco presente nelle grandi denominazioni. È ammesso in alcune IGT come Provincia di Pavia o Collina del Milanese, spesso in blend con altri vitigni a bacca bianca.
Utilizzata storicamente per la produzione di vini frizzanti da pronta beva o uvaggi rustici, la Verdea ha rischiato l’estinzione nel corso del XX secolo. Solo negli ultimi decenni è stata oggetto di recupero ampelografico, soprattutto in Lombardia, dove alcuni produttori locali la stanno rivalutando per la sua acidità naturale e la capacità di resistere alle condizioni ambientali più difficili. E’ anche ideale per l’appassimento in fruttaio, e non è raro trovarla nei vini dolci anche vinificata in purezza.
Caratteristiche ampelografiche
La Verdea si riconosce per la sua foglia media, trilobata o quinquelobata, di colore verde chiaro. Il grappolo è di medie dimensioni, piramidale o alato, tendenzialmente compatto. Gli acini sono tondi, di media grandezza, con buccia verde-giallastra e sottile, ma abbastanza resistente. La maturazione è tardiva, tra fine settembre e inizio ottobre.
Proprietà agronomiche
È un vitigno di vigoria media e di produzione abbondante, tradizionalmente coltivato in allevamenti alti come la pergola o il tendone. Si adatta bene ai terreni freschi e umidi, anche in pianura, e tollera i climi continentali grazie alla sua ottima acidità naturale. Il suo potenziale enologico si esprime al meglio con rese contenute, che permettono una maggiore concentrazione aromatica.
Resistenze e sensibilità
La Verdea è resistente alle malattie fungine più comuni, in particolare all’oidio. Tuttavia, la sua buccia sottile può renderla sensibile alla botrite in condizioni di vendemmia umida o prolungata. Teme anche gli sbalzi termici violenti e l’eccessiva insolazione nei suoli troppo sabbiosi o poveri di umidità.
Proprietà enologiche
Produce mosti ad alta acidità, con un tenore zuccherino contenuto e un profilo neutro, che la rende adatta sia a spumantizzazioni, sia a blend con varietà più aromatiche. Può essere vinificata in acciaio per ottenere vini bianchi leggeri e freschi, oppure utilizzata per vini base frizzanti o da taglio. In alcune zone è anche impiegata per passiti rustici, grazie alla buccia relativamente resistente all’appassimento.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Verdea
I vini da Verdea hanno un colore giallo paglierino tenue, con riflessi verdolini da giovani. Il profumo è delicato, con note di fiori bianchi, mela verde, erbe di campo e una punta di agrumi. Al gusto sono freschi, leggeri, con acidità marcata, basso tenore alcolico e una chiusura secca e sapida.
Nelle versioni spumantizzate o rifermentate in bottiglia, si esprime con una bolla fine, agrumi netti e una piacevole croccantezza. Non ha ambizioni da grande vino da invecchiamento, ma può sorprendere per pulizia e bevibilità.
