Il Valetino è un vitigno a bacca nera ottenuto per incrocio tra Dolcetto e Chatus (noto in Piemonte anche come Nebbiolo di Dronero). Fu selezionato nel 1936 dal prof. Giovanni Dalmasso, uno dei principali artefici della ricerca ampelografica italiana del Novecento, presso la Regia Stazione di Ampelografia ed Enologia di Conegliano. Il suo nome deriva probabilmente da un toponimo legato ai vigneti sperimentali.
Il Valetino rientra tra i cosiddetti incroci migliorativi, pensati per unire la prontezza e la rotondità del Dolcetto con la struttura e l’acidità del Chatus, creando un’uva capace di coniugare fruttuosità, colore e resistenza in condizioni pedoclimatiche anche difficili.
La sua coltivazione è limitata al Piemonte, soprattutto nella zona del Cuneese e nelle aree collinari pedemontane dove il Dolcetto è tradizionalmente radicato. Alcuni impianti sperimentali sono presenti anche nel Torinese e nel Pinerolese, ma la superficie vitata complessiva resta molto ridotta. Non è ammesso in alcuna DOC o DOCG, ma può comparire in alcune IGT, in genere in blend o vinificato in purezza da piccoli produttori custodi.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta ha vigoria media e portamento semieretto. La foglia è di medie dimensioni, trilobata o pentalobata, con superficie opaca e leggermente vescicolata. Il grappolo è di media grandezza, piramidale, tendenzialmente compatto. Gli acini sono sferici, con buccia blu-violacea spessa e molto pruinosa. La maturazione è media o medio-tardiva, con vendemmia solitamente nella seconda metà di settembre.
Proprietà agronomiche
Il Valentino è apprezzato per la sua adattabilità ai terreni collinari e poveri, dove riesce a mantenere buoni livelli di acidità e colore anche in annate calde. La produzione è piuttosto costante e non eccessivamente abbondante. Si presta bene alla coltivazione a basse rese, e il grappolo compatto lo rende adatto anche a vendemmie leggermente tardive in ambienti ventilati.
Resistenze e sensibilità
Il Valentino mostra una buona resistenza alle crittogame, ereditata dal Chatus, mentre può essere sensibile al colpo di sole in caso di eccessiva defogliazione. Teme l’umidità stagnante e richiede una buona gestione del suolo e della chioma, specie in aree fresche o con forti escursioni termiche.
Proprietà enologiche
Il Valentino produce mosti ricchi di colore, con buon grado zuccherino e una notevole acidità, qualità che lo rendono idoneo a vinificazioni sia in rosso secco, sia per prodotti da affinamento. Il vino può sostenere brevi affinamenti in legno, dove sviluppa profili più complessi. In gioventù offre un’espressione fruttata e fresca, mentre col tempo si struttura in direzione di vini più eleganti e minerali.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Valentino
Il vino da Valentino si presenta con un colore rubino intenso, con riflessi violacei. Al naso emergono note di frutti di bosco, ciliegia nera, erbe di montagna e un accenno speziato. In bocca è fresco, con tannini presenti ma morbidi, buona acidità e corpo snello, che richiama da vicino il Chatus, ma con l’immediatezza gustativa del Dolcetto.
Il finale è asciutto, con retrogusto di frutti rossi e un’ottima bevibilità. Si accompagna bene a cucina rustica, salumi, paste ripiene e carni bianche, ma può anche sorprendere in abbinamenti con formaggi stagionati, grazie alla sua acidità e integrità.
