L’Avanà è un vitigno a bacca nera autoctono del Piemonte occidentale, coltivato tradizionalmente nella parte alta della Val di Susa, in particolare nei comuni di Chiomonte, Susa, Giaglione e aree limitrofe, ad altitudini comprese tra i 500 e i 750 metri. La sua presenza è documentata sin dal XVII secolo, ed è verosimilmente di origine occitano-sabauda, condividendo una base genetica con alcuni vitigni della Savoia e del Delfinato francese. Il suo nome potrebbe derivare dal termine “savoyanà”, un’ipotesi che ne rafforzerebbe la parentela transalpina.
Un tempo assai più diffuso, l’Avanà ha subito un drastico calo dopo la crisi della viticoltura alpina e l’emigrazione di fine Ottocento. Solo negli ultimi decenni è stato riscoperto e valorizzato grazie a progetti di recupero della viticoltura di montagna e alla crescente attenzione per i vitigni autoctoni minori.
La coltivazione dell’Avanà è limitata a pochi ettari, concentrati nella Val di Susa e in parte in Val Sangone. È uno dei vitigni ammessi nella DOC Valsusa, dove può essere vinificato in purezza oppure in assemblaggio con altri vitigni autoctoni come Becuet, Barbera e Neretta cuneese. Alcuni produttori lo vinificano in purezza per valorizzarne l’identità varietale e territoriale.
Caratteristiche ampelografiche
L’Avanà presenta foglia media, trilobata o pentalobata, con margini dentati. Il grappolo è di dimensioni medie, cilindrico o cilindro-conico, spesso compatto. Gli acini sono rotondi, con buccia di medio spessore, di colore nero-violaceo, pruinosa. La maturazione è medio-tardiva, generalmente tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
Proprietà agronomiche
Si tratta di un vitigno rustico e adatto alla montagna, che ben sopporta le escursioni termiche, le pendenze e i terreni poco profondi e sassosi tipici delle vallate alpine. Ha buona vigoria, ma la produzione è modesta e necessita di potature attente per mantenere l’equilibrio vegeto-produttivo. È coltivato quasi sempre in pendii terrazzati e su suoli morenici o alluvionali.
Resistenze e sensibilità
L’Avanà mostra una buona resistenza al freddo invernale e si adatta bene ai microclimi freschi. È abbastanza resistente alle crittogame, anche se può soffrire in caso di eccessiva umidità. Per la sua coltivazione in zone ventilate e poco umide, raramente richiede interventi fitosanitari intensivi.
Proprietà enologiche
L’Avanà produce vini rossi generalmente leggeri in struttura, ma di notevole finezza ed eleganza. Il tenore alcolico è contenuto, l’acidità naturale buona, e il contenuto polifenolico piuttosto basso, il che comporta colori poco intensi e tannini moderati. È spesso vinificato in acciaio per preservarne la fragranza e la freschezza, oppure in brevi affinamenti in botti grandi per arrotondare i tratti più spigolosi.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Avanà
I vini da Avanà si presentano con un colore rosso rubino chiaro, talvolta con riflessi granati. Al naso sono fini e delicati, con profumi di fragolina di bosco, ribes rosso, violetta, erbe di montagna e talvolta una lieve nota speziata. In bocca sono scorrevoli, freschi, sapidi, con tannini leggeri e una struttura agile ma coerente. Il finale è armonico e pulito, con una persistenza media.
Sono vini che si prestano bene al consumo giovane, anche leggermente serviti freschi, e si abbinano con facilità alla cucina alpina, a piatti di salumi, zuppe rustiche, tome di media stagionatura, carni bianche e torte salate.
