Il Koshu è un vitigno a bacca bianca autoctono del Giappone, considerato la varietà più rappresentativa della viticoltura nipponica. Deve il suo nome alla regione di Koshu (oggi Yamanashi), da secoli centro della produzione vinicola giapponese. Studi genetici condotti negli ultimi anni hanno confermato che il Koshu discende da viti Vitis vinifera portate in Giappone lungo le antiche rotte commerciali via Cina e Asia centrale, probabilmente già nel Medioevo.
È dunque un vitigno euroasiatico acclimatatosi in Giappone, dove nel tempo ha sviluppato caratteristiche uniche e una forte identità culturale. La prima vinificazione documentata risale al XIX secolo, ma solo nel XX secolo è cominciata la valorizzazione enologica moderna, culminata nel riconoscimento del Koshu come simbolo dell’enologia giapponese.
Diffusione nel mondo
Il Koshu è coltivato quasi esclusivamente in Giappone, in particolare nella prefettura di Yamanashi, dove si concentra circa l’80% della superficie vitata. Altre zone di coltivazione includono Nagano, Yamagata, Okayama e Hokkaido. Al di fuori del Giappone, il Koshu è rarissimo: qualche esperimento è stato fatto in Regno Unito e Stati Uniti, ma non ha avuto ancora grande diffusione. Tuttavia, la crescente attenzione verso i vini giapponesi di qualità lo ha portato alla ribalta internazionale.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta è di media vigoria, con portamento semi-eretto e grappoli medio-grandi, conici e spargoli. Gli acini sono grandi, dalla buccia spessa e di colore rosato-grigiastro, insolito per un vitigno “bianco”. Questa colorazione, unita alla buona resistenza agli agenti atmosferici, rende il Koshu adatto anche alla produzione di vini orange o da macerazione.
Proprietà agronomiche
Il Koshu è adattato al clima umido e piovoso del Giappone, grazie alla resistenza alla pioggia e alla buona tolleranza a marciumi. Matura tardivamente, ma non accumula molto zucchero, producendo mosti con bassa alcolicità. La produttività è buona, ma spesso controllata per migliorare la concentrazione aromatica.
Resistenze e sensibilità
Il vitigno è discretamente resistente a peronospora e botrite, e ben tollerante agli sbalzi termici. La buccia spessa lo protegge dalle piogge frequenti e dai raggi UV, ma può complicare la vinificazione in bianco se non ben gestita.
Proprietà enologiche
Il Koshu produce vini delicati, poco alcolici (9–11% vol), con acidità fresca, struttura leggera e profilo aromatico elegante. Tradizionalmente vinificato in acciaio, oggi viene talvolta proposto anche in versioni sur lies, fermentate in legno, o macerate sulle bucce, dando origine a vini più complessi e gastronomici.
È molto adatto all’abbinamento con la cucina giapponese, in particolare con piatti a base di pesce crudo, verdure, tempura e salse leggere di soia o miso.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Koshu
I vini da Koshu si presentano con colore giallo paglierino tenue, a volte con riflessi ramati se da macerazione. Al naso offrono profumi delicati di fiori bianchi, agrumi (yuzu, lime), pera asiatica, melone e note minerali o iodate. Con l’affinamento possono sviluppare sensazioni più evolute di nocciola, lievito, fieno secco e sottobosco.
Al palato sono leggeri, precisi, con acidità vibrante, basso tenore alcolico, e grande eleganza. Il finale è spesso sapido, pulito e molto armonico.
