Il vitigno Invernenga è un autoctono della provincia di Brescia a bacca bianca le cui origini sono sconosciute, e viene per la prima volta citato in un documento del Ministero dell’Industria, Agricoltura e Commercio dell’Impero Austro Ungarico del 1826, che descrisse l’Invernenga come uno dei vitigni più coltivati nella zona di Brescia. Il suo nome sembra derivare dal fatto che le sue uve, dal tipico retrogusto di mandorla e dalla buccia spessa, vendemmiate tardivamente, hanno la particolarità di poter essere conservate a lungo, cosa che ne permetteva, nel passato, il consumo durante le feste di Santa Lucia e Natale, come uva da tavola.La sua diffusione è limitata a pochissime zone del Bresciano, con pochi e isolati filari, perlopiù all’interno di vigneti molto vecchi.
Il vitigno Invernenga è iscritto dal 1971 al Registro Nazionale delle Varietà di Vite e in purezza è presente come unico vino a indicazione geografica tipica, il Ronchi di Brescia IGT. L’acino del vitigno Invernenga è medio-grande, provvisto di buccia spessa e consistente di colore giallo-verde. La sua maturazione avviene a cavallo tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Il vino ottenuto con l’Invernenga, una volta usato per arricchire vini di bassa gradazione alcolica e con una struttura debole, è ottimo anche per la produzione di vini passiti. Si presenta di un giallo paglierino intenso con riflessi dorati e di buona consistenza. Al naso si percepiscono sentori floreali e fruttati molto delicati, profumi di miele e lievi accenni aromatici. Al gusto è dotato di una buona struttura, più sapido che acido, chiude con un finale ammandorlato abbastanza incisivo. Si presta a lunghi affinamenti in bottiglia e durante l’invecchiamento sprigiona al massimo le sue caratteristiche organolettiche.E’ un vino ideale per un abbinamento con pesce di lago, formaggi delicati e carni bianche.