Il suo nome compare con frequenza nei registri agrari e nelle decime sette-ottocentesche come “Girò” o “Giro Nero”, spesso menzionato come uva idonea alla produzione di vini dolci, morbidi e profumati, destinati sia al consumo locale sia alle esportazioni mediterranee. Durante il XIX e XX secolo il vitigno ha rappresentato uno dei pilastri della viticoltura cagliaritana, trovando particolare espressione nel vino oggi riconosciuto come Girò di Cagliari DOC. Negli ultimi decenni, grazie alla riscoperta dei vitigni storici isolani, il Girò ha recuperato centralità e identità come interprete pregiato della tradizione enologica sarda.
Zone di coltivazione
Il Girò è coltivato quasi esclusivamente in Sardegna, con epicentro nell’area meridionale dell’isola. Le zone storiche di maggiore diffusione includono il Cagliaritano, il Campidano, il Sarrabus-Gerrei e alcuni territori dell’Oristanese.
L’ambiente ideale comprende suoli sabbiosi, calcareo-argillosi o alluvionali, spesso poveri ma ben drenati, con clima caldo, asciutto e fortemente ventilato. Le estati lunghe e la scarsa piovosità favoriscono l’accumulo zuccherino, rendendo il vitigno particolarmente adatto alla produzione di vini dolci naturali o leggermente fortificati.
Fuori dall’isola il Girò è praticamente assente, confermando la sua identità profondamente locale.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Girò presenta vigoria medio-alta e portamento espanso. Le foglie sono medio-grandi, arrotondate, trilobate o pentalobate, con lembo spesso e margine irregolarmente dentato.
Il grappolo è medio o grande, piramidale, tendenzialmente compatto. Gli acini sono medio-grandi, ellissoidali, con buccia sottile di colore blu-violaceo ricca di sostanze aromatiche ma non particolarmente carica di antociani. La polpa è molto succosa, dolce e caratterizzata da profumo fine.
La maturazione è medio-tardiva, con forte capacità di accumulo zuccherino anche in annate fresche.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Girò è un vitigno che si adatta bene ai climi caldi e asciutti della Sardegna meridionale, mostrando buona tolleranza alla siccità e ai venti marini. Può risultare più sensibile all’oidio rispetto ad altre varietà tradizionali dell’isola e richiede quindi un’attenzione agronomica mirata.
La produttività è medio-alta e necessita di contenimento per ottenere vini concentrati e di qualità. Le forme di allevamento più diffuse sono guyot e cordone speronato, mentre nei vigneti storici sopravvivono ancora impianti ad alberello, ideali nei terreni sabbiosi del sud Sardegna.
L’esposizione solare e la ventilazione costante sono elementi essenziali per garantire maturazioni equilibrate e una buona integrità delle uve.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Girò generano mosti con elevato potenziale zuccherino, acidità moderata e bassa intensità colorante. Ciò lo rende particolarmente vocato alla produzione di vini dolci naturali, passiti e vendemmie tardive.
La vinificazione avviene prevalentemente in acciaio, con fermentazioni lente e moderata macerazione, soprattutto nelle versioni dolci. L’uso del legno è limitato, ma in alcune interpretazioni di maggior struttura contribuisce a un incremento di complessità aromatica.
Il profilo aromatico del vitigno è caratterizzato da note di frutta rossa matura, ciliegia, fragola, spezie dolci, erbe mediterranee e una delicata componente floreale.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Girò presentano colore rosso rubino tenue o medio, talvolta con sfumature aranciate nelle versioni dolci o evolute. Al naso emergono aromi di frutta rossa matura, prugna, ciliegia sotto spirito, fiori rossi e spezie dolci, con accenti di erbe aromatiche e talvolta note iodate o salmastre tipiche dei terroir meridionali sardi.
Al palato risultano morbidi, avvolgenti e dolci nelle versioni tradizionali, sostenuti da acidità equilibrata e tannino lieve. Le versioni secche offrono vini più snelli e lineari, con eleganza mediterranea e buona bevibilità.
