Il César è uno di quei vitigni che racchiudono in sé l’anima profonda e ancestrale della viticoltura francese, pur rimanendo ai margini della notorietà. È un’uva rara, oggi coltivata quasi esclusivamente nell’Yonne, nella parte settentrionale della Borgogna, dove continua a essere utilizzata in piccole percentuali nei vini rossi più rustici e identitari della zona di Irancy. Ma dietro la sua presenza discreta si cela una storia affascinante, antichissima e in parte ancora avvolta nel mistero.
Origini e storia
Secondo la tradizione locale, il nome “César” deriverebbe dalla presenza dei legionari romani nella regione al tempo della conquista della Gallia. Si narra che questi avrebbero introdotto un vitigno dalle caratteristiche robuste, adatto a resistere ai climi freddi e alle asperità del territorio. Seppur suggestiva, questa ipotesi ha trovato in parte riscontro grazie agli studi ampelografici e genetici moderni. Secondo le analisi del DNA condotte dal Centre de Recherches Ampélographiques di Montpellier, il César è il risultato di un incrocio naturale tra Pinot Noir e Argant, una varietà spagnola ormai quasi scomparsa ma un tempo diffusa in molte zone dell’Europa centrale. Questo incrocio sarebbe avvenuto spontaneamente nei secoli successivi all’arrivo dei Romani, consolidandosi poi nella viticoltura tradizionale dell’Yonne.
Durante il Medioevo e fino al XIX secolo, il César conobbe una discreta diffusione nella parte settentrionale della Borgogna, specialmente nelle aree più fresche e collinari, dove la sua resistenza e la sua carica tannica erano apprezzate per conferire struttura ai vini, spesso leggeri e acidi. Con la crisi della fillossera e i successivi rinnovamenti del vigneto francese, tuttavia, il César fu progressivamente abbandonato, giudicato troppo vigoroso e difficile da gestire, e sostituito da varietà più docili e produttive come il Pinot Noir. Oggi, sopravvive quasi esclusivamente nel comprensorio di Irancy, dove è autorizzato a essere impiegato fino a un massimo del 10% nei vini a denominazione d’origine, in assemblaggio con il Pinot Noir.
Caratteristiche ampelografiche ed enologiche
Il César si distingue per il portamento vigoroso, la maturazione piuttosto tardiva e la produzione abbondante, che va però controllata attraverso una potatura severa e una gestione accurata del vigneto. È un vitigno sensibile all’oidio e alla botrite, ma mostra una buona resistenza alle gelate primaverili, il che lo rende particolarmente adatto alle zone più fredde della Borgogna settentrionale.
Dal punto di vista enologico, l’uva César è caratterizzata da una buccia spessa e ricca di polifenoli, che contribuisce a una notevole intensità cromatica nei vini e a una struttura tannica robusta, insolita per una regione dominata dalla finezza del Pinot Noir. Proprio per questo motivo viene raramente vinificato in purezza: i suoi vini risultano spesso troppo duri, spigolosi, e necessitano di un lungo affinamento per raggiungere un buon equilibrio. L’assemblaggio con il Pinot Noir serve dunque ad ammorbidirne il profilo, conferendo corpo e profondità senza comprometterne l’eleganza.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini che contengono César, in particolare gli Irancy AOC, si distinguono per un colore profondo, tendente al rubino cupo, e per un profilo aromatico che unisce la frutta rossa matura — ciliegia scura, prugna, mora — a note speziate, ematiche, talvolta lievemente selvatiche o animali. In gioventù possono presentare tannini ruvidi e una certa rusticità, ma con l’affinamento evolvono verso espressioni più armoniche e complesse, mantenendo comunque una vena austera e virile che li distingue nettamente dai Pinot Noir in purezza della Côte d’Or.
