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Il Tokaji

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Il vino Tokaji

Cos’è il vino Tokaji

Il Tokaji Aszú (passito), a volte chiamato anche Tokay o Tokai, è un vino dolce prodotto nella regione ungherese di Tokaj-Hegyalja. È considerato uno dei vini più antichi e famosi al mondo, con una storia che risale a prima del XVII secolo. Già nel XIV secolo, infatti, il re Sigismondo di Lussemburgo, che regnava sull’Ungheria, concesse il monopolio della produzione di Tokaji ad alcuni nobili locali. Il Tokaji è stato apprezzato da molti grandi personaggi della storia, come Pietro il Grande di Russia e Luigi XIV di Francia. Oggi è ancora molto apprezzato in tutto il mondo per il suo sapore unico e la sua storia millenaria.

I vitigni Impiegati nella produzione del Tokaji

I vitigni utilizzati per produrre il Tokaji Aszú sono principalmente due: il Furmint e l’Hárslevelű.

Il Furmint è il vitigno principale e rappresenta circa il 70% della produzione totale di uva per il Tokaji. Ha una buccia spessa e una grande acidità, che lo rende ideale per la produzione di vini dolci, in quanto l’acidità equilibra la dolcezza. Il Furmint viene anche utilizzato per produrre vini secchi e frizzanti.

L’Hárslevelű, invece, rappresenta circa il 30% delle uve impiegante per il Tokaji. Ha una buccia sottile e produce vini aromatici, con note di fiori e miele. Viene spesso utilizzato in blend con il Furmint per produrre vini dolci di alta qualità.

Oltre a questi due vitigni, è anche consentito l’uso di altri vitigni nella produzione del Tokaji, tra cui il Sárgamuskotály, il Muscat Blanc à Petits Grains e il Kövérszőlő. Tuttavia, questi vitigni sono utilizzati solo in piccole quantità e non sono considerati vitigni principali per il Tokaji.

Il processo di produzione del Tokaji Aszú

La produzione del Tokaji Aszú si avvale della cosiddetta “muffa nobile“, ossia la Botrytis cinerea, che attacca in parte gli acini durante il loro appassimento. Questo processo fa sì che l’acqua contenuta nell’uva vanga assorbita, concentrandone gli zuccheri e gli aromi e conferendo al vino il caratteristico aroma intenso e dolce.

Il Tokaji viene classificato in base al suo contenuto di zucchero residuo, espresso in puttonyos. Il nome si riferisce alle caratteristiche ceste di vimini usate per raccogliere le uve, ma anche ai piccoli tini usati per far fermentare le uve passite, della capacità di circa 25 kg. 4 Puttonyos corrispondono quindi a 100 kg di uve Aszú (passite) aggiunte a al vino base secco, in piccole botti da 36 litri, chiamate gönc. I livelli di zucchero residuo vanno dallo “száraz” (secco) con meno di 4 puttonyos, fino a 6 Puttonyos (150 kg) che corrispondono ad un residuo zuccherino di circa 180 g/l. Il Tokaji Aszú Eszencia è una versione più concentrata, mentre il Tokaji Eszencia arriva a superare il 40% di concentrazione zuccherina.

La zona di produzione del Tokaji Aszú

Il Tokaji Aszú viene prodotto nella regione ungherese del Tokaj-Hegyalja, che si trova nell’est del paese, al confine con la Slovacchia e l’Ucraina. La regione è famosa non solo per il vino, ma anche per la bellezza dei suoi paesaggi collinari, dei suoi villaggi storici e delle sue antiche cantine. Questa zona è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2002, grazie alla sua importanza storica e culturale.

Il clima della regione del Tokaji è particolarmente favorevole alla produzione del vino, grazie alla presenza di fiumi, colline e boschi che regolano la temperatura e l’umidità. Inoltre, il suolo vulcanico della zona dona al vino una particolare mineralità e acidità. Le cantine della regione sono spesso scavate nella roccia e ricche di storia e tradizione. Molte di esse sono state fondate già nel XVII secolo e ancora oggi producono il Tokaji Aszú, seguendo metodi di produzione artigianali e tradizionali.

I vigneti giacciono su pendii esposti a sud, sud-est e sud-ovest, che godono di un’ottima esposizione solare e di un clima particolare. Il terreno vulcanico ricco di minerali e la presenza di fiumi come il Bodrog e il Tisza aiutano a regolare la temperatura e l’umidità nella regione.

La controversia del Tokaji con l’italiano “Tocai”

Negli anni ’90, c’è stata una controversia tra l’Ungheria e l’Italia riguardo all’uso del nome “Tocai“. Infatti, l’Italia produceva un vino bianco secco chiamato “Tocai Friulano“, oltre al “Tocai Rosso” di Barbarano, che secondo l’Ungheria, creavano confusione con il vino dolce ungherese Tokaji.

L’Ungheria aveva protetto il nome Tokaji attraverso un’indicazione geografica protetta (IGP) dell’Unione Europea, che limitava l’uso del nome Tokaji solo ai vini prodotti nella regione ungherese del Tokaj-Hegyalja. Tuttavia, questa protezione non riguardava l’uso del nome Tocai in Italia.

Nel 2007, dopo anni di disputa, l’Ungheria e l’Italia hanno raggiunto un accordo in cui l’Italia si è impegnata a rinominare il vino Tocai Friulano in “Friulano” e il Tocai venento in “Tai”. Questo ha posto fine alla controversia, anche se alcuni produttori italiani hanno continuato a usare il nome Tocai per qualche tempo, fino a che non hanno esaurito le scorte di etichette già stampate.

La controversia riguardava l’uso di nomi di vini che potessero creare confusione tra prodotti diversi e che potessero sfruttare la notorietà del nome Tokaji per promuovere altri vini. Oggi, il nome Tokaji è protetto dall’IGP dell’Unione Europea e viene utilizzato solo per identificare i vini prodotti nella regione del Tokaj-Hegyalja, garantendo così l’autenticità e la qualità del prodotto.

Da notare, per completezza di informazione, che la tutela riguarda solo il nome dei vini e non quello dei vitigni. Tocai friulano e Tocai rosso continuano ad essere presenti come tali nella loro ufficialità nel Registro Italiano delle Varietà di vite.

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