Il Veruccese è un vitigno a bacca nera autoctono della Romagna, coltivato in una zona molto ristretta attorno a Verucchio, comune collinare nei pressi di Rimini. Per lungo tempo dimenticato e confuso con altre varietà locali, è stato riscoperto e rivalutato grazie a un progetto di recupero condotto da viticoltori della zona in collaborazione con centri di ricerca regionali. Verucchio è sempre stata un’area vocata per la viticoltura, come attestano anche compravendite di vigne tra notabili nel XIII-XVI secolo. Nei secoli però ogni ulteriore informazione relativa alle varietà di vite coltivate nell’areale è andata perduta. Risale alla fine dell’ottocento, nel saggio di Gaddo Gaddini “Monografia del vigneto Altavilla”, un riferimento al vitigno “Sangiovese Verucchiese“, che farebbe pensare che all’epoca il Veruccese fosse ritenuto un biotipo di Sangiovese, anche se la sua precocità di maturazione lo distingue nettamente.
Nel 2010, l’ultimo censimento dell’Agricoltura ha rilevato la presenza di soli 2000 metri quadrati di Veruccese, anche perché in passato le vecchie vigne erano state classificate come Sangiovese. A fine 2020 si è raggiunta la superficie 0,6357 ettari e si ritiene che a tutt’oggi la sua superficie coltivata non superi i 5 ettari. Viene oggi coltivato in forma molto limitata, quasi esclusivamente nella zona collinare tra Verucchio, Santarcangelo di Romagna, Torriana e il medio-basso corso del Marecchia, nel riminese. Alcune aziende lo vinificano in purezza o lo impiegano in uvaggi con altri vitigni locali come il Sangiovese romagnolo o il Centesimino. La superficie vitata complessiva è ancora modesta, ma in crescita.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta ha portamento vigoroso, con foglie trilobate e grappoli medi, conici, tendenzialmente spargoli. Gli acini sono tondi, di dimensione medio-piccola, con buccia blu-nera, spessa e molto pruinosa. La maturazione è medio-tardiva, spesso verso la fine di settembre, e richiede buone esposizioni per raggiungere la piena maturità fenolica.
Proprietà agronomiche
Il Veruccese è adattabile a diversi tipi di suolo, ma predilige quelli argilloso-calcarei delle colline riminesi. Ha buona tolleranza alla siccità e resiste bene alle condizioni ventose tipiche delle alture dell’entroterra. Le rese sono generalmente contenute, ma la varietà ha un buon equilibrio vegeto-produttivo, ideale per la viticoltura di qualità.
Resistenze e sensibilità
È discretamente resistente alla peronospora e all’oidio, ma può essere sensibile alla botrite in vendemmie ritardate, soprattutto in annate particolarmente umide. Si difende bene in coltivazioni a basso impatto fitosanitario e può essere gestito facilmente in agricoltura biologica.
Proprietà enologiche
Il Veruccese dà origine a vini rossi di buona intensità cromatica, profondità aromatica e freschezza naturale. I mosti hanno grado zuccherino medio, acidità spiccata e profilo polifenolico equilibrato, adatto sia a vinificazioni in acciaio, sia a brevi affinamenti in legno. Può essere vinificato anche in versione rosato, con risultati interessanti.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Veruccese
Il vino ha un colore rosso rubino brillante, con riflessi violacei da giovane. Al naso si percepiscono note fruttate di ciliegia selvatica, mora e melograno, accompagnate da toni balsamici e speziati leggeri. In bocca è fresco, agile, con tannini sottili, media struttura e un finale sapido, che richiama la vicinanza al mare.
I vini da Veruccese si caratterizzano per la loro immediatezza, ma anche per una personalità distintiva, che li rende ideali per accompagnare la cucina romagnola, dai primi con sughi di carne ai formaggi locali. Pur non avendo grande potenziale di invecchiamento, alcuni esempi affinati in legno mostrano una buona evoluzione aromatica.
