La storia della Granatza è quella di molte varietà minori dell’isola: un’uva familiare, coltivata in minuscoli appezzamenti e mantenuta più per tradizione che per finalità commerciali, in un contesto di agricoltura montana povera e fortemente legata all’autoconsumo. Dopo un periodo di quasi totale scomparsa nel corso del XX secolo, il vitigno è stato riscoperto e valorizzato negli ultimi anni grazie al lavoro di alcuni viticoltori e ricercatori impegnati nel recupero della biodiversità sarda. Oggi la Granatza rappresenta una testimonianza autentica della viticoltura storica gallurese, con un profilo distinto e un’identità territoriale marcata.
Zone di coltivazione
La Granatza è coltivata quasi esclusivamente in Gallura, con un nucleo principale nei comuni di Monti, Telti, Berchidda, Tempio Pausania e nelle aree granitiche dell’entroterra olbiese. La sua diffusione attuale è limitatissima, spesso circoscritta a vigneti storici o a piccole parcelle recenti impiantate per progetti di recupero varietale.
Il vitigno trova condizioni ideali nei suoli sabbiosi e granitici, tipici dell’area gallurese, ricchi di minerali e naturalmente drenanti. Il clima è caldo, secco e molto ventilato, con escursioni termiche che favoriscono la preservazione dell’acidità. Fuori dalla Sardegna è praticamente sconosciuto.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Granatza presenta vigoria medio-alta e portamento semieretto. Le foglie sono medio-grandi, trilobate o pentalobate, con lembo consistente e superficie leggermente ondulata.
Il grappolo è medio, conico o cilindrico-conico, non troppo compatto. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia di colore giallo-verde che tende al dorato con l’avanzare della maturazione. La polpa è succosa, dotata di profumi fini e di buona sapidità naturale.
La maturazione è generalmente medio-tardiva.
Caratteristiche colturali e agronomiche
La Granatza mostra buona adattabilità ai climi caldi e asciutti della Gallura e si avvantaggia della ventilazione costante che caratterizza l’area. È moderatamente resistente alla siccità, grazie alla sua capacità di radicare profondamente nei suoli sabbiosi-granitici, ma può risultare sensibile alla peronospora nei periodi più umidi.
Le rese sono contenute e irregolari, un tratto tipico dei vitigni tradizionali non selezionati. Le forme di allevamento più adatte includono guyot e cordone speronato, ma nei vigneti più antichi sopravvivono ancora impianti ad alberello, funzionali nei terreni sabbiosi e poco fertili.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Granatza generano mosti dotati di buona acidità, profilo aromatico discreto e interessante mineralità. La vinificazione avviene quasi sempre in acciaio, con temperature basse per valorizzare le componenti floreali e agrumate.
Il vitigno offre aromi delicati di frutta bianca, erbe mediterranee, agrumi e fiori, con una sottile componente salina tipica dei terreni granitici galluresi. Le fermentazioni su fecce fini possono aumentarne corpo e complessità senza perdere freschezza.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Granatza presentano colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini. Al naso emergono note di fiori bianchi, agrumi, mela verde, erbe aromatiche e sentori minerali che richiamano il territorio granitico.
Al palato risultano freschi, sapidi e dinamici, con acidità viva, corpo snello e un finale pulito e aromatico, spesso segnato da una piacevole nota salina.
