
Il “quinto quarto” si riferisce alle parti meno nobili degli animali macellati, come frattaglie, interiora e tagli considerati di scarto, ma che sono stati tradizionalmente utilizzati in molte cucine regionali, soprattutto in Italia. Il termine deriva dalla suddivisione classica dell’animale in quattro quarti: anteriori e posteriori, con il quinto quarto che comprende testa, zampe, fegato, cuore, trippa, e altre parti meno pregiate.
L’uso del quinto quarto è strettamente legato alla cucina povera, dove nulla veniva sprecato. Piatti iconici come la trippa alla romana, il lampredotto fiorentino o il fegato alla veneziana dimostrano come queste parti possano essere trasformate in veri capolavori gastronomici. Oggi, il quinto quarto è celebrato anche in contesti gourmet, grazie al suo sapore intenso e alla versatilità in cucina.
Oltre a essere un modo per onorare la tradizione, l’utilizzo del quinto quarto è un esempio virtuoso di cucina sostenibile, riducendo gli sprechi alimentari e valorizzando ogni parte dell’animale.