Il vitigno Bracciola nera è un antico vitigno autoctono presente soprattutto nelle regioni costiere della Toscana e della riviera di levante in Liguria, attualmente poco coltivato. Si può trovare in qualche vecchio filare ed è usato soprattutto per produrre vino da taglio nelle IGT locali, o per la produzione di vini da tavola. La Bracciola nera è presente nella regione delle Cinque Terre almeno dall’inizio del 19° secolo quando il naturalista italiano Giuseppe Acerbi descrisse l’uva, conosciuta localmente come Braciola, nel 1825. L’unica Denominazione di Origine Controllata in cui la Bracciola nera riveste un ruolo significativo è la Colli di Luni DOC in cui l’uva può essere miscelata con Sangiovese, Canaiolo, Pollera nera, Ciliegiolo, Vermentino nero e altre varietà. La Bracciola nera è una varietà a maturazione tardiva contribuisce all’acidità negli assemblaggi in cui viene impiegata.
La Bracciola nera è una varietà a maturazione tardiva che spesso ha livelli di acidità molto elevati nelle uve mature. La vite può essere molto produttiva e genera alte rese, se non tenuta sotto controllo tramite potatura invernale e raccolta verde. La Bracciola nera è coltivata nella provincia di La Spezia, che comprende i vigneti terrazzati delle Cinque Terre. Nel 2000 erano 110 gli ettari di Bracciola nera piantati in Italia, quasi tutti nella provincia di Massa-Carrara in Toscana e nella provincia di La Spezia in Liguria, dove rientra nella composizione della tipologia Colli di Luni Rosso DOC, nel quale la Bracciola nera assieme alla Colombana nera, il Vermentino nero e altri vitigni autoctoni locali sono autorizzati ad essere utilizzati fino ad un massimo del 25% del vino.