Il vitigno Ruchè ha origini molto antiche, quasi sicuramente autoctone del Monferrato astigiano. Secondo alcuni è arrivato dalla Spagna, altri ritengono i suoi precursori provenienti dalla Francia, portato in zona da monaci che lo impiantarono attorno al monastero di San Rocco (oggi non più esistente) a Portacomaro. Il nome Ruchè ha un’etimologia incerta. Alcuni lo collegano alla Confraternita dei frati di San Rocco, altri alla predilezione del vitigno per le rocche più scoscese e assolate. Altri ancora fanno derivare il nome da “roncet“, una degenerazione infettiva di origine virale, per la sua maggior resistenza alla virosi rispetto ad altre varietà allevate in zona (Piemonte). La sua area di maggiore diffusione è circoscritta al comune di Castagnole Monferrato e più marginalmente ad altre zone dell’Astigiano. Si sarebbe diffuso, molto sporadicamente, anche nell’Alessandrino, dove spesso viene chiamato Moscatellina.
La riscoperta del Ruchè, vitigno a lungo dimenticato, risale al 1964, anno in cui Don Cauda, parroco di Castagnole Monferrato, scoprì questo vitigno all’interno della piccola vigna della parrocchia e, incuriosito, provò a vinificarlo. A Don Cauda si deve dunque la riscoperta enologica del Ruchè, grazie a lui altri viticoltori iniziarono a impiantarlo e a vinificarlo facendolo diventare una risorsa importantissima per il territorio di Castagnole Monferrato, come testimoniato dall’assegnazione della DOC nel 1987, seguita poi dalla DOCG nel 2010. L’area di produzione del Ruchè di Castagnole Monferrato è veramente limitatissima e circoscritta ai comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi, nella quale operano circa una ventina di produttori. L’uva Ruchè si presenta in grappoli abbastanza grossi ma non molto compatti, l’acino è di media grandezza e la buccia spessa. Predilige i terreni collinari sciolti e non molto ricchi. I vini prodotti con il Ruchè in purezza hanno un marcato profumo di rose e spezie. La loro acidità è tendenzialmente bassa, ma il tannino è molto marcato e tende a lasciare in bocca una nota amara.