Il vitigno Schiava grigia fa parte della famiglia di vitigni che comprende anche la Schiava gentile e la Schiava grossa. Le origini della Schiava sono quasi sicuramente in Slavonia, regione della Croazia compresa tra i fiumi Sava e Drava. Da qui è arrivato in Italia, in un’epoca corrispondente a quella delle invasioni Longobarde, ossia attorno al tredicesimo secolo. Il nome sembra originare dalla sua zona di origine, o forse dal fatto che fin dall’antichità queste vigne venivano coltivate in filari, e non lasciate libere come alberello. Tutti i vitigni Schiava hanno in comune una certa rusticità, ossia il facile adattamento ai vari tipi di ambiente, l’elevata produttività e la maturazione precoce. La diffusione in Italia della Schiava è concentrata nel Trentino-Alto Adige e nella aree limitrofe della Lombardia e del Veneto.
La Schiava grigia ha foglia media, pentagonale, trilobata o intera. Il suo grappolo è di medie dimensioni, piramidale allungato, spargolo, talora alato. L’acino è medio, con buccia ricchissima di pruina di colore blu grigio opaco. La vigoria è elevata, la vendemmia avviene a fine settembre. I vini più importanti ottenuti con la Schiava sono il Santa Maddalena (o St. Magdalener), nei dintorni di Bolzano, e il Caldaro (o Kalterersee), nei pressi del lago omonimo, sempre in provincia di Bolzano.