La degustazione del Prosecco. Negli ultimi anni il Prosecco si è conquistato il posto del vino italiano più famoso al mondo. Il suo successo si deve interamente alla versione spumante, tanto da far dimenticare che ne esiste anche una tipologia ferma (tranquillo) e una frizzante (vivace). Il vitigno di base (min. 85%) è la Glera, un vitigno semiaromatico, cioè caratterizzato da profumi varietali, ma non in maniera così intensa come nei vitigni aromatici propriamente detti. Lo accompagnano altri vitigni autoctoni a bacca bianca come il Verdiso, la Bianchetta trevigiana, la Perera, e la Glera lunga, a volte, ma più raramente, lo Chardonnay o il Pinot grigio o bianco.
Come per tutti gli spumanti ottenuti a partire da uve aromatiche, anche per il Prosecco si predilige il metodo Charmat, fermentazione in massa condotta in autoclave, dove il vino base sosta sui lieviti per un periodo variabile, di circa 20 giorni. Una lunga permanenza sui lieviti esausti, come avviene per il metodo classico, porterebbe infatti a pregiudicare le caratteristiche olfattive che lo contraddistinguono. Esiste anche una tipologia di Prosecco ottenuto con il metodo ancestrale, detto anche “colfondo“, ossia imbottigliato con lieviti ancora attivi ed un certo residuo zuccherino. Il vino riposa con il fresco invernale, in attesa che con il tepore primaverile i lieviti possano riprendere a lavorare, creando anidride carbonica come risultato della trasformazione. Assieme alle bollicine arrivano anche note di brioche o prodotti da forno indotte dai lieviti ed accompagnate dall’acidità più esuberante ottenuta vendemmiando le uve più precocemente rispetto alle tipologie di massa.
Le denominazioni del Prosecco sono la Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, e la Colli Asolani Prosecco o Asolo Prosecco DOCG, le zone più antiche, con le migliori esposizioni e il microclima ideale. In questo contesto si inserisce la piccola enclave di Cartizze, una collina con poco più di 100 ettari di vigneti situata a San Pietro di Barbozza, nel comune di Valdobbiadene. Il vino che vi si produce è solitamente delle tipologie dry o extra-dry, ingentilito da un lieve residuo zuccherino che lo rende adatto ad abbinamenti con dolci, crostate e tiramisù. A queste si è recentemente aggiunta la vastissima Prosecco DOC, che abbraccia quasi tutto il Triveneto e che ha reso questo vino famoso nel mondo con le sue 500 milioni di bottiglie prodotte in un anno (2019)