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Il Vino nel Trentino Alto Adige

Vitigni, Vino, Enogastronomia

il vino in trentino-alto adige

Il Trentino Alto Adige è una regione interamente montuosa di circa 14.000 kmq. E’ composta dalle province autonome di Trento e Bolzano, che segnano una differenziazione sia linguistica che amministrativa, per cui parliamo di Trentino da una parte e Alto Adige dall’altra. Anche se geograficamente parlando sarebbe difficile tracciare un confine morfologico tra le due zone, le differenze etniche e linguistiche da una parte e pedoclimatiche dall’altra hanno anche portato, nel corso dei secoli, ad una caratterizzazione su base provinciale della produzione vitivinicola. Entrambe le zone hanno comunque in comune un’eccellente produzione di vini, grazie anche alla posizione geografica e alle condizioni climatiche favorevoli sia lungo la Valle dell’Adige e sui pendii delle montagne che la costeggiano, che nelle aree pianeggianti e collinari attorno a Trento e Bolzano. Il livello qualitativo dei vini della regione è molto alto, in modo particolare per quelli prodotti con uve che prediligono le zone fredde, come il Sauvignon e il Pinot Nero. Nonostante nel Trentino Alto Adige siano coltivate molte varietà “internazionali”, nella regione è interessante anche il patrimonio di uve autoctone, tra le quali Teroldego, Schiava e Lagrein.

I Numeri del Vino del Trentino Alto Adige

Superficie vitata del Trentino Alto Adige

15.000 ha di cui il 86% in montagna e il 14% in collina.

Produzione di vino del Trentino Alto Adige

1.100.000 hl di cui vini DOP 93% vini IGP 5%, vini rossi e rosati 59%, vini bianchi 41%.

Denominazioni per il vino nel Trentino Alto Adige

9 DOC e 4 IGT.

i numeri del vino in trentino-alto adige

La Viticoltura nel Trentino Alto Adige

La regione del Trentino-Alto Adige, situata nel nord-est dell’Italia, è nota per la sua viticoltura unica e di alta qualità, grazie alla sua particolare geografia, composizione del suolo e clima. Questa regione si distingue per la diversità dei suoi paesaggi, che vanno dalle valli fluviali, ai pendii montuosi, fino alle alte altitudini, offrendo un mosaico di microclimi e terreni ideali per la coltivazione della vite.

Il Trentino-Alto Adige è caratterizzato da una topografia molto varia. Il Trentino, a sud, beneficia delle dolci colline e delle valli aperte, ideali per la viticoltura. Qui, i suoli sono una miscela di calcare, argilla e ghiaia, derivati dalla disgregazione delle rocce alpine, che drenano bene e riflettono il calore, favorendo la maturazione delle uve.

L’Alto Adige, invece, presenta un paesaggio più montuoso e vallivo, con vigneti che si arrampicano sui pendii delle valli, sfruttando esposizioni ottimali al sole. I suoli variano notevolmente, dalla sabbia all’argilla, al calcare e ai depositi fluviali, che influenzano il carattere e il profilo aromatico dei vini prodotti.

Il clima del Trentino-Alto Adige è fortemente influenzato dalla sua posizione geografica, trovandosi all’incontro tra le influenze climatiche mediterranee e continentali. Questo dualismo climatico si traduce in estate calde e soleggiate, ma non eccessivamente torride, grazie alla ventilazione costante che scorre lungo le valli, e inverni freddi che contribuiscono a mantenere l’acidità e la freschezza delle uve. L’effetto delle barriere montuose protegge i vigneti dai freddi venti settentrionali, mentre l’apertura verso sud garantisce una buona esposizione solare. Le differenze di temperatura tra giorno e notte, soprattutto in fase di maturazione, sono cruciali per sviluppare e mantenere l’aroma delle uve.

Questa combinazione unica di fattori naturali consente al Trentino-Alto Adige di produrre vini di alta qualità e di grande varietà. La regione è famosa per i suoi vini bianchi aromatici e freschi, come il Gewürztraminer, il Pinot Grigio, e il Chardonnay, che riflettono l’eleganza e la freschezza conferite dal clima alpino. Non mancano, tuttavia, eccellenti esempi di vini rossi, come il Teroldego Rotaliano e il Lagrein, che esprimono intensità, corpo e struttura, grazie alle specifiche condizioni pedoclimatiche dei territori di coltivazione.

La viticoltura in Trentino-Alto Adige si caratterizza anche per la sua sostenibilità e per l’attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità. La lavorazione dei terreni, la gestione del vigneto e le tecniche di vinificazione sono attentamente calibrate per rispettare l’ambiente e esaltare le peculiarità di ogni varietà di uva, in un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

La Storia della Viticoltura del Trentino Alto Adige

Il Trentino, la zona ai due lati della Valdadige da Rovereto a Salorno, ha una superficie vitata di circa 9000 ettari. L’Alto Adige conta invece meno di 5000 ettari vitati, tutti in zone montane o pedemontane. Come nell’alto veronese e in Valpolicella, la forma di allevamento più diffusa in tutta la regione è la Pergola, doppia in pianura e semplice sui rilievi.

La viticoltura in questa regione ha conosciuto il primo importante periodo di sviluppo all’epoca dell’antica Roma, ma le prime coltivazioni della vite risalgono ai tempi degli etruschi. Con le devastazioni barbariche la viticoltura conobbe un arresto e fu l’opera dei monaci,in particolare i Benedettini, a consentire la rinascita delle coltivazioni. Già a quei tempi nel Trentino Alto Adige erano coltivate le uve Lagrein, Schiava e Gewürztraminer, insieme ad altre varietà autoctone di cui si è persa ormai traccia. Durante la dominazione Asburgica la produzione di vino nel Trentino Alto Adige conobbe un nuovo impulso commerciale e i vini di questa regione acquisirono notevole notorietà al di fuori dei confini d’Italia. Sotto l’Austria furono inoltre fondate le cooperative di viticoltori, che vantano una storia e tradizione di qualità come in nessun’altra regione della Penisola. L’arrivo della fillossera ai primi del ‘900 creò sicuramente meno danni del collasso avvenuto col termine della prima guerra mondiale, quando sia il Trentino sia l’Alto Adige furono annessi all’Italia. Soltanto alla fine della seconda guerra mondiale si ebbero i primi segnali di ripresa dell’enologia del Trentino Alto Adige, anche se la vera ripresa arrivò all’inizio negli anni 1980, con l’adozione di rigorosi criteri di qualità. Oggi dimostra il tenace impegno dei produttori rende il Trentino Alto Adige una delle migliori zone vinicole d’Italia, sia per la produzione di vini bianchi e rossi, che per gli spumanti metodo classico.

vigneti alto adige
Vigneti in Val Venosta. Image: Depositphotos.com

I Vitigni del Trentino Alto Adige

Il Trentino Alto Adige anche dal punto di vista dei vitigni che vi si coltivano si può suddividere in due distinte zone, che corrispondono alle due province della regione.

I vitigni del Trentino

In Trentino, i vitigni autoctoni a bacca nera di riferimento sono il Marzemino nella zona a sud di Trento (Isera e Seresi) il Teroldego nella piana Rotaliana a nord di Trento e la Schiava (nelle varianti Schiava grigia, Schiava grossa e Schiava gentile) più in su, ai confini provinciali con l’Alto Adige. Nella zona confinante con la provincia di Verona è diffuso anche l’Enantio (Lambrusco a foglia frastagliata). Nella zona di Trento sono anche presenti il Pinot Grigio, il Pinot Nero e il Cabernet. I vitigni a bacca bianca più coltivati sono quelli internazionali (Chardonnay e Pinot Bianco), che col Pinot Nero entrano nella produzione spumantistica del metodo classico.

I vitigni dell’Alto Adige

In Alto Adige tra i vitigni autoctoni a a bacca nera troviamo come per il Trentino la Schiava (Vernatsch), ma anche il Lagrein. Tra i vitigni internazionali spicca il Pinot Nero, che ha trovato nella zona di Egna-Ora uno dei territori ad esso più vocati. Tra le uve a bacca bianca nella stessa zona troviamo il Gewürztraminer, in origine proveniente per l’appunto dalla zona di Termeno (Tramin), mentre a nord di Bolzano, nella Val d’Isarco e nella Val Venosta troviamo anche il Kerner e il Sylvaner. Diffuso anche il Moscato Rosa e il Moscato Giallo (Rosenmuskateller e Goldmuskateller) il primo in forma di vini passiti anche di notevole spessore, il secondo molto gradevole soprattutto nella versione secca. La zona di Terlano è caratterizzata da formazioni porfidiche che conferiscono ai vini una gradevole mineralità oltre a caratteristiche di longevità di tutto rispetto.

Le Denominazioni di Origine del Trentino Alto Adige

Tra le Denominazioni di Origine per il vino in Trentino-Alto Adige, in Trentino la DOC più importante è la Trentino DOC, assieme alla Trento DOC dedicata allo spumante a metodo classico. Nella Piana Rotaliana a nord di Trento troviamo la Teroldego Rotaliano DOC e la Valdadige DOC, accompagnata più in giù verso la provincia di Verona dalla Valdadige terra dei Forti DOC. La Alto Adige DOC è l’unica nella provincia e, analogamente a quanto avviene in Val d’Aosta, viene suddivisa in sottozone caratterizzate a livello pedoclimatico (Colli di Bolzano/Bozner Leiten, Meranese di Collina o Meranese/Meraner Hügel o Meraner, Santa Maddalena/St. Magdalener, Terlano/Terlaner, Val Venosta/Vinschgau, Valle Isarco/Eisacktaler). Tra le 8 DOP presenti in regione segnaliamo i formaggi Spressa delle Giudicarie DOP (Trentino) e Stelvio o Stilfser DOP (Alto Adige).

Le Zone Vinicole del Trentino Alto Adige

Il Trentino-Alto Adige si può dividere in due distinte zone vinicole, che corrispondono alla sua suddivisione amministrativa nelle province di Trento (Trentino) e Bolzano (Alto Adige/Sud Tirolo), distinte dal punto di vista linguistico e culturale, con tali differenze che si manifestano anche nella tipologia di vitigni coltivati e di vini prodotti.

Trentino

In Trentino si producono soprattutto vini rossi, in particolare il Teroldego e il Marzemino. La denominazione Trento DOC è invece dedicata ai vini spumanti metodo classico, a base di uve Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, con un periodo minimo di maturazione sui lieviti di almeno 15 mesi (24 mesi per i millesimati). Gli spumanti che rimangono per almeno 36 mesi in bottiglia sono classificati come riserva. Il Campo Rotaliano, a nord di Trento, è caratterizzato dalla coltivazione del Teroldego, vitigno a bacca nera tra i più interessanti della regione. (DOC Teroldego Rotaliano). La Nosiola è l’uva autoctona a bacca bianca più celebre e interessante del Trentino. Con essa nella Valle dei Laghi si producono interessanti vini secchi, oltre al famoso Vino Santo. I grappoli di Nosiola sono fatti appassire dopo il raccolto fino al periodo di Pasqua, consentendo anche che gli acini siano attaccati dalla Botrytis Cinerea. Il mosto viene fatto fermentare in piccole botti di legno, è lasciato maturare per quattro anni, dando vita a un vino dolce corposo, ricco e piacevole.

Alto Adige

L’Alto Adige ha una produzione vinicola estremamente interessante e variegata, caratterizzata sia da varietà internazionali che da importanti vitigni autoctoni. Il clima fresco e le condizioni ambientali e geologiche particolari rendono i vini bianchi dell’Alto Adige fra i migliori d’Italia. I vini rossi, in particolare quelli prodotti con il Lagrein e con il Pinot Nero, vantano anch’essi risultati di assoluta eccellenza. Raramente i vini bianchi sono fatti maturare o fermentare in botti di legno, per salvaguardare il carattere fresco e fruttato caratteristico dei vini bianchi dell’Alto Adige. Anche nei casi in cui il produttore sceglie la maturazione in botte o barrique, i vini si distinguono sempre per la loro piacevole e rinfrescante acidità. Il Lagrein è un’uva molto versatile, con la quale si producono sia piacevoli vini rosati (Lagrein Kretzer) che vini rossi di notevole struttura e longevità, meglio conosciuti come Lagrein Dunkel (scuro). Viene anche unito ad alcune varietà internazionali, come il Merlot e il Cabernet Sauvignon, producendo risultati eccellenti. La Schiava (Vernatsch) ha i suoi vini più noti nella sottozona Santa Maddalena della DOC Alto Adige. Tra i vini dolci, quelli prodotti con le uve Moscato Giallo (Goldenmuskateller) e Moscato Rosa (Rosenmuskateller), con i suoi inconfondibili aromi di fragola e rosa.

La Cucina tradizionale del Trentino Alto Adige

Le due province che compongono il Trentino Alto Adige, anche se divise sotto l’aspetto linguistico, hanno molto in comune in termini di tradizioni e cultura, anche a livello enogastronomico. La cucina del Trentino Alto Adige è basata sostanzialmente su tre alimenti che si ritrovano come protagonisti in quasi tutti i piatti della tradizione: mele, speck e polenta (quest’ultima solo nella provincia di Trento). La polenta viene preparata con miscele di farine diverse a seconda della zona di provenienza: in Val di Non, ad esempio, viene preparata con farina gialla di mais mescolata a farina di grano saraceno mentre nella zona del Garda si prepara con farina bianca di frumento e patate. Particolare è la polenta nera, a base di grano saraceno. Molti piatti tradizionali si rifanno alla cucina tedesca o austriaca come i canederli (Knödel) e i crauti (Sauerkraut). I funghi sono anch’essi un ingrediente che ricorre in molti piatti tradizionali, vista la loro abbondanza nei boschi della regione. Il pesce, di cui sono ricchi gli innumerevoli fiumi e ruscelli, porta ricette come le trote alla trentina, rosolate e condite con salsa di limone, menta e uvetta. L’ambiente montano porta ricette tipiche a base di selvaggina, come la lepre, insaporita con lardo, cipolla, pinoli, uvette, scorza di limone, cannella e burro e il capriolo, con vari piatti tra cui il famoso spezzatino.

In Trentino Alto Adige si producono molti formaggi, come l’Algunder, sia dolce che piccante, l’Almkäse della Val Venosta, il Toblach, l’Asiago DOP e il Vezzena nella provincia di Trento. Tra i salumi ricordiamo lo Speck dell’Alto Adige IGP, che si produce in provincia di Bolzano. Il Trentino Alto Adige ha una importantissima produzione di frutta, in particolare le mele (Mela dell’Atlo Adige IGP), la Susina di Dro DOP, le fragole e i lamponi, i broccoli di Torbole e il mais di Storo.

La cucina regionale del Trentino Alto Adige è anche famosa per i suoi dolci, a partire dallo Strudel, pasta sfoglia ripiena di mele, uvetta, pinoli, pangrattato rosolato nel burro e profumato di cannella, lo Zelten, tipico dolce natalizio con datteri, fichi secchi, uva sultanina, pinoli, noci, cannella, grappa e cognac mescolati in pasta di pane di segala,
i Krapfen meranesi alla marmellata, crema o con semi di papavero, la torta tirolese di prugne e la crostata al rabarbaro.

La Guida Vini di Quattrocalici