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Il Vino nella Sicilia

Vitigni, Vino, Enogastronomia

il vino in sicilia

La Sicilia è una regione ricca di storia, arte e cultura, ma anche una regione con profonde e antiche tradizioni legate al vino. La Sicilia, oltre ad incantare il visitatore con le innumerevoli bellezze naturali e con i suoi profumi, colpisce anche per la varietà della cucina e con il fascino dei suoi vini. In Sicilia nascono vini dalla lunga storia come il Marsala, ma anche profumati vini da dessert come il Passito di Pantelleria e la Malvasia delle Lipari, senza dimenticare il Moscato di Noto e di Siracusa, robusti vini rossi e interessanti vini bianchi. Questi e molti altri vini sono gli artefici della rinascita enologica della Sicilia e hanno reso celebri anche le uve con cui sono prodotti, come il Grillo, Catarratto, Inzolia, Zibibbo, Malvasia e Nero d’Avola.

Il territorio vitivinicolo della Sicilia comprende anche, oltre all’isola stessa (la più grande del Mediterraneo) le Isole Eolie e Pantelleria. Altre isole o arcipelaghi minori non sono rilevanti sotto questo aspetto. La superficie vitata è tra le più importanti in Italia, circa 107.000 ettari (circa il doppio di una regione come l’Emila-Romagna o la Toscana e circa il 15% in più della Puglia). Il territorio siciliano è collinare per circa il 60%, montuoso per il 25% e pianeggiante per il restante 15%.

I Numeri del Vino della Sicilia

Superficie vitata della Sicilia

Superficie vitata della Sicilia: 103.000 ha di cui il 5% in montagna, 65% in collina e il 30% in pianura.

Produzione di vino della Sicilia

Produzione di vino della Sicilia: 6.200.000 hl di cui vini DOP 16% vini IGP 44%, vini rossi e rosati 47%, vini bianchi 53%.

Denominazioni per il vino nella Sicilia

Denominazioni di origine per il vino in Sicilia: 1 DOCG, 23 DOC, 7 IGT.

La Viticoltura nella Sicilia

La vitivinicoltura della Sicilia, per molti anni finalizzata all’ottenimento di vini da taglio (alta gradazione e grossi quantitativi) ha fatto negli ultimi anni progressi notevolissimi, raggiungendo ragguardevoli risultati in campo enologico. La struttura dei vini siciliani, dovuta sia al tipo di vitigni che all’ambiente pedoclimatico, accompagnata al miglioramento qualitativo e all’affinamento delle tecniche enologiche, ha fatto si che molti prodotti si siano ormai imposti con pieno merito sui mercati nazionali ed internazionali. L’Alberello e sue versioni “miste” è molto diffuso come sistema di allevamento, così come il Tendone. Più della metà dei vigneti utilizzano Spalliere e Controspalliere.

La Storia della Viticoltura della Sicilia

In Sicilia, il vino e la vite hanno caratterizzato la storia fin dagli albori. Si ritiene infatti che la vite vi crescesse spontaneamente anche molto tempo prima della venuta dei Greci. Molte varietà di vite, oggi considerate autoctone, vi furono introdotte dai Fenici. La viticoltura propriamente detta fu introdotta in Sicilia durante l’ottavo secolo a.C. dai Greci. Essi introdussero le tecniche di potatura, la coltura ad alberello e la selezione varietale, sconosciute dapprima nell’isola. Ai tempi dell’Impero Romano i vini della Sicilia erano già fra i più famosi del mondo antico, largamente esportati e molto apprezzati in ogni luogo. Uno dei vini dolci Siciliani più celebri era il Mamertino. Fra gli altri vini di quel periodo si ricordano anche Potulanum, Tauromenitanum e Haluntium. In epoche successive gli insediamenti monastici svolsero un ruolo fondamentale per lo sviluppo moderno dell’enologia in Sicilia. Con il dominio Bizantino più della metà delle terre della Sicilia diventarono proprietà di comunità religiose, per le quali la vite e il vino era essenziale per la celebrazione della messa. Durante il dominio Arabo (872-1061), la produzione di vino nell’isola subì un declino, ma con i Normanni (1061-1194) e più tardi gli Svevi (194-1266) l’enologia Siciliana mostrò decisi segni di ripresa.

Durante il periodo Borbonico si produceva soprattutto vino ad alta gradazione alcolica, destinato al taglio. Nel 1773 un giovane Inglese, John Woodhouse, attraverso il suo intuito, ma anche la sua abilità di commerciante, contribuì alla nascita di uno dei vini più celebri e importanti d’Italia, il Marsala, destinato a competere sul mercato dei vini “da viaggio” con gli allora incontrastati Jerez e Porto. Fu nel 1800 che videro la luce le più storiche e prestigiose cantine Siciliane, come Duca di Salaparuta (1824), Florio (1836), Rallo (1860), Curatolo Arini (1875) e Carlo Pellegrino (1880). Nel 1880 Catania era la provincia più vitata della Sicilia con circa 92.000 ettari e circa un milione di ettolitri di vino prodotto. Nel 1881 la fillossera decimò i vigneti e nel 1888 la rottura dell’accordo commerciale con la Francia determinò un forte calo nell’esportazione. Il ripristino dei vigneti fu completato solamente durante gli anni 1950. Il mercato era però cambiato e la richiesta di vini da taglio molto diminuita. Durante gli anni 1970 iniziò infine il nuovo sviluppo dell’enologia Siciliana verso i risultati visibili ai giorni nostri. Oggi i vini dell’isola sono affermati in tutto il mondo, dalla rinascita del grandioso Marsala alla rivalutazione del ricco e locale patrimonio di uve.

sicilia vigneti
Vigneti nella zona dell'Etna Image: Depositphotos.com

I Vitigni della Sicilia

In Sicilia si coltivano sia vitigni autoctoni che varietà di uve internazionali, utilizzate in assemblaggi con uve locali. La vite e il vino sono diffuse in tutto il territorio siciliano e il patrimonio ampelografico dell’isola è piuttosto interessante. Molte dei vitigni autoctoni dell’isola sono stati rivalutati dopo avere rischiato concretamente l’estinzione e sono oggi fra le uve importanti d’Italia. Tra questi, il vitigno autoctono a bacca nera più celebre è il Nero d’Avola i cui vini sono caratterizzati da intensi aromi e imponenti strutture. Fra i vitigni a bacca bianca il più noto è lo Zibibbo (Moscato d’Alessandria)con cui si producono i vini dolci di Pantelleria, oggi considerati fra i migliori d’Italia. Fra le uve autoctone a bacca bianca più importanti in Sicilia vi è il Carricante, il Catarratto, il Grecanico, il Grillo, l’Inzolia (nota anche con i nomi di Insolia o Ansonica) la Malvasia di Lipari e il Moscato Bianco. Fra le uve autoctone a bacca nera abbiamo il Frappato, il Nerello Cappuccio e Mascalese, il Perricone o Pignatello. I principali vitigni internazionali coltivati in Sicilia sono lo Chardonnay, il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Müller-Thurgau, il Pinot Nero e lo Syrah. In Sicilia si coltivano inoltre anche altre varietà diffuse a livello nazionale, come il Sangiovese, la Barbera e il Trebbiano Toscano.

Le Denominazioni di Origine della Sicilia

Le Denominazioni di origine per il vino in Sicilia includono un’unica DOCG, la Cerasuolo di Vittoria DOCG, della zona di Ragusa, prodotto con il vitigno Frappato. La Vittoria DOC comprende anche vini bianchi a base del vitigno Inzolia. La Eloro DOC è dedicata ai rossi, con le tipologie Frappato, Nero d’Avola e Pignatello. In zona di Siracusa troviamo le Siracusa DOC e Noto DOC, basate sugli stessi vitigni. Ricordiamo il Moscato di Siracusa (Moscato bianco) un tempo DOC a sè stante, ora inglobato come tipologia nella Siracusa DOC. Nella zona di Catania, l’Etna DOC, i cui vigneti situati alle pendici del vulcano danno vini con una forte caratterizzazione minerale. In provincia di Messina menzioniamo la Faro DOC, una delle prime in Sicilia, basata sui vitigni di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera. Le Lipari, con la Malvasia delle Lipari DOC ed i vini bianchi dell’Isola di Salina (Salina IGT). In provincia di Palermo abbiamo le Contea di Sclafani DOC e Contessa Entellina DOC, che comprendono un po’ tutte le tipologie di vini dell’isola, mentre in provincia di Agrigento menzioniamo le Sciacca DOC, Sambuca di Sicilia DOC e Santa Margherita di Belice DOC. In provincia di Caltanissetta la Riesi DOC. La provincia di Trapani conte per più della metà delle superficie vitata e della produzione di vino siciliano. Questo avviene anche grazie alla Marsala DOC, con l’omonimo vino liquoroso basato sui vitigni Grillo e/o Catarratto (tutte le varietà e tutti i cloni), e/o Ansonica (detto localmente Inzolia o Insolia) e/o Damaschino per il Marsala oro ed ambra; Perricone (localmente detto Pignatello) e/o Calabrese (Nero d’Avola) e/o Nerello Mascalese per il Marsala rubino. Altre DOC nella provincia sono Delia Nivolelli DOC, Erice DOC e Salaparuta DOC. Ricordiamo infine il Moscato di Pantelleria DOC anche nella versione passito, ottenuto da uve Zibibbo o Moscato di Alessandria al 100%. In tutto la regione conta 23 DOC e 7 IGT.

I prodotti agroalimentari sono rappresentati da 21 DOP tra le quali ricordiamo i formaggi Ragusano DOP e Piacentinu Ennese DOP e gli oli extravergini d’oliva (7 denominazioni DOP) e 14 IGP tra cui il Cappero di Pantelleria IGP e il Pomodoro di Pachino IGP.

Le Zone Vinicole della Sicilia

Tutta la Sicilia è interessata dalla viticoltura e dalla produzione di vino. Fra le zone vinicole delle isole minori che circondano la Sicilia, Marsala, Pantelleria e Lipari sono certamente le più conosciute, ma anche altre aree meritano particolare attenzione. La Sicilia è nota per i suoi vini dolci e oltre ai già menzionati è opportuno ricordare anche le due DOC Moscato di Noto e Moscato di Siracusa. Per i vini bianchi ricordiamo le DOC di Alcamo e Etna, i cui vini sono noti per la loro particolare longevità. Per i vini rossi ricordiamo il Cerasuolo di Vittoria , unica DOCG della regione, e la DOC Faro, una zona molto interessante anche se poco conosciuta. In quasi tutti i vini rossi Siciliani è presente il Nero d’Avola, mentre tra le uve a bacca bianca più diffuse in Sicilia, il primato spetta al Catarratto e all’Inzolia.

Il Marsala

Tra i più importanti vini Siciliani un posto speciale spetta sicuramente al Marsala. Questo vino liquoroso è riuscito in passato a contrastare il dominio del Porto, dello Jerez (Sherry) e del Madeira tra i “vini da viaggio” commercializzati dagli Inglesi. Il Marsala deve la sua notorietà al commerciante Inglese John Woodhouse. Dopo un secolo di sfolgorante notorietà, il Marsala conobbe un periodo di decadenza iniziato circa venti anni fa. Oggi il Marsala, abbandonata l’ingiusta immagine che lo vedeva unicamente relegato all’impiego in cucina, si presenta come un grande vino, capace di straordinaria longevità. Il Marsala è un un vino fortificato (liquoroso) prodotto con uve Grillo, Inzolia, Catarratto e Damaschino. Il Marsala Vergine Stravecchio (con almeno 10 anni di maturazione) è un’esplosione di aromi e sapori, con una persistenza quasi infinita. Il Marsala viene prodotto nei seguenti stili: Fine (almeno 1 anno di maturazione), Superiore (2 anni), Superiore Riserva (4 anni), Vergine o Soleras (5 anni), Vergine Stravecchio o Riserva (10 anni). Esiste inoltre il Marsala Rubino, rosso, prodotto con uve Nero d’Avola, Perricone e Nerello Mascalese.

Pantelleria e Lipari

I vini dolci di Pantelleria e delle Lipari sono certamente i più celebri. Il Moscato e il Passito di Pantelleria si producono nell’omonima isola, a sud della Sicilia, con il vitigno Moscato d’Alessandria, più noto con il nome di Zibibbo. Attualmente il Passito di Pantelleria sta riscuotendo forte interesse sui mercati. Il Passito di Pantelleria è un vino profumato, dolce, suadente e incantevole, eccellente abbinamento per i formaggi stagionati e la pasticceria siciliana, in particolare quella a base di mandorle. La Malvasia delle Lipari è un vino dolce prodotto nelle isole Eolie (a nord della Sicilia), soprattutto nell’isola di Salina. Questo affascinante vino passito è prodotto da uve Malvasia di Lipari con una piccola percentuale di Corinto Nero. La Malvasia delle Lipari è un vino elegante e complesso, dal gusto dolce e raffinato, adatto sia in abbinamento ai formaggi stagionati che con la ricca pasticceria Siciliana, ma viene anche apprezzato da solo come vino da meditazione.

La Cucina tradizionale della Sicilia

La cucina siciliana è l’espressione di una tradizione che rimanda all’antichità, strettamente collegata alle vicende storiche, culturali e religiose dell’isola. Già ai tempi dell’Antica Grecia lo stile e le abitudini culinarie dell’isola avevano il loro carattere distintivo, che col passare dei secoli si è arricchito di nuovi sapori e di nuove pietanze, seguendo le vicissitudini storiche dell’isola mediterranea. La cultura gastronomica Siciliana mostra tracce e contributi di tutte le culture che si sono stabilite nell’isola negli ultimi due millenni, tramandata di generazione in generazione. Questo spiega perché alcune ricette, di origine antichissima, sono ancor oggi preparate e servite a tavola nelle case Siciliane.

Alcuni dei piatti più noti, diffusi ormai a livello globale, sono la cassata siciliana, gli iris, il cannolo siciliano, la granita e gli arancini di riso. La Sicilia, grazie al suo clima mite, è ricca di erbe e piante aromatiche come l’origano, la menta e il rosmarino, che fanno parte dei condimenti siciliani più diffusi. Arance e limoni sono presenti in grande quantità. Mandorle, ficodindia, pistacchio e olive sono altri frutti che caratterizzano la tavola siciliana.

Caratteristica della cucina Siciliana è quella di avere specialità culinarie circoscritte a determinate aree, per cui un piatto locale presenta varianti introvabili spostandosi in altre zone. Le panelle palermitane o i muccunetti di Mazara del Vallo si trovano praticamente solo nella loro zona di origine. Questo porta a definire aree gastronomiche distinte come la Sicilia occidentale, Sicilia centrale e Sicilia orientale.

Tra gli antipasti tipici siciliani, ricordiamo la caponata, l’insalata di arance, la parmigiana di melanzane. Altri antipasti tipici di questa regione sono: le alici crude al limone, le bruschette alla siciliana, i babbaluci a ghiotta (chiocciole a zuppa), le verdure pastellate, la frittata fredda alla siciliana.

Tra i primi piatti, il couscous ai frutti di mare,fresco e saporito, la famosa pasta con le sarde e la pasta alla carrettiera (con pomodori spezzettati), i vermicelli alla siracusana, con sugo al pomodoro, olive e peperoni, il timballo di maccheroni, rosso o bianco, la minestra di riso con ceci, e moltissimi altri.

I secondi piatti, sia di mare che di terra, sono un’esplosione di gusti e ingredienti. Tra i piatti di pesce, ricordiamo le sarde a beccafico, il pescespada alla siracusana, il capone in agrodolce. Tra i piatti di carne, l’arrosto panato alla palermitana, l’agnello in umido, gli involtini siciliani di vitello, le polpette di pane, le uova con i piselli.

La Sicilia è anche la terra dello street food ante-litteram, con un’incredibile varietà si preparazioni da consumare al volo. Ad esempio ricordiamo gli immancabili arancini di riso, ma anche le mafalde siciliane, panini tipici di semola di grano duro, le panelle palermitane, gustose e sfiziose frittelle di farina di ceci, le ravazzate, impasto farcito con piselli e ragù di carne e cotte al forno e le rizzuole, simili alle precedenti ma fritte.

I dessert e la pasticceria siciliana non temono confronti, con i loro ingredienti tipici del territorio e le tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Alcuni esempi sono la cassata siciliana e i cannoli, famosi in tutto il mondo, ma anche la sfincia, dolce tipico della festa di San Giuseppe, dalla base formata da un impasto spugnoso fritto e ricoperto con crema di ricotta e impreziosito con frutta candita e granella di pistacchio. Il biancomangiare fatto con latte di mandorla e aromatizzato con scorza di limone e frutta secca tritata, il buccellato, creato con i fichi secchi, con i quali si prepara una farcitura che viene arricchita con mandorle, noci, uva sultanina, cannella e cioccolato. Non dimentichiamo poi la granita con brioches, che in tutta la Sicilia orientale è un’istituzione, da provare i vari gusti: fragola, caffé, mandorle, gelsi, pistacchio, limone, ecc…

La Guida Vini di Quattrocalici